I programmi di Adrian Mateos per le WSOP Paradise: “Scelgo le trasferte con gli stakes più grandi!”

Nov 27, 2024

adrian mateos

Con il titolo di Player Of The Year nel mirino, Adrian Mateos è in procinto di partire alla volta delle Bahamas per giocare le WSOP Paradise.

In una intervista a Poker.org lo spagnolo più vincente di sempre ha raccontato il suo approccio alle trasferte live e gli obiettivi ambiziosi che intende raggiungere entro la fine dell’anno e in carriera.

Niente è precluso a chi sa di dover lavorare più degli altri per restare sempre al top.

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La trasferta alle Bahamas

Per iniziare, Mateos ha confermato che la decisione di partecipare alle WSOP Paradise non è stata semplice visto l’accavallamento col festival WPT di Las Vegas e con l’EPT Praga, come aveva confermato anche Patrick Leonard.

Sarò alle WSOP Paradise alle Bahamas. L’anno scorso sono andato prima alle Bahamas e poi a Las Vegas per gli eventi del WPT. Ma quest’anno i tornei a Vegas sono più piccoli, con  buy-in più piccoli, mentre gli eventi delle Bahamas stanno diventando più grandi. Giocherò solo le WSOP Paradise perché gli eventi sono concomitanti. Il programma è giocare solamente lì e dare il massimo per vincere il mio quinto braccialetto.

Sul fronte degli eventi da giocare ai Caraibi, Mateos ha le idee chiare:

C’è un evento grosso, il 500k a inviti. E’ uno dei tornei dal buy-in più grande di questa annata pokeristica. Sono eccitato dalla prospettiva di giocarlo. Mi piacciono sempre queesti grandi tornei perché c’è un hype speciale che dà una motivazione extra.

 

Gli eventi in contemporanea non sono necessariamente un male

Parlando della concomitanza delle WSOP Paradise con WPT Las Vegas ed EPT Praga, Mateos preferirebbe non dover scegliere, ma non ritiene che le date accavallate siano necessariamente un male guardando all’intero ecosistema del poker.

Mi piacerebbe giocarli tutti. L’EPT è un circuito meraviglioso. Di solito li gioco tutti. Ma non posso giocare a Praga perché capita negli stessi esatti giorni delle Bahamas e di Las Vegas. Di solito scelgo il circuito che ha gli stake più grandi. Quest’anno è il festival WSOP Paradise. L’anno prossimo vedrò cosa succede. Sarebbe auspicabile che le date non entrino in conflitto ma è anche un bene per il poker questa rivalità tra i grandi circuiti live. Ci possono dare un prodotto eccellente rendendo l’evento il più grande dell’anno, abbassando la rake o qualificando giocatori con promo diverse.

Al termine della trasferta, invece che a Londra dove risiede, Adrian farà ritorno nella sua amata Spagna.

Dopo le Bahamas arriverà Natale e andrò a Madrid per qualche settimana. Voglio stare un po’ con la mia famiglia e i miei amici. La vita in Spagna è bella, mi piacerebbe vivere lì ma finché non cambierò lavoro non mi sarà possibile. Al momento mi piace giocare a poker quindi tornare in Spagna in pianta stabile è difficile.

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Uno spirito competitivo che arriva da lontano

Al termine della intervista Mateos chiarisce di avere uno slancio particolare per la competizione già da quando era bambino:

Già da quando ero molto giovane i miei genitori mi hanno insegnato e mi hanno mostrato l’importanza dello sport. Ho iniziato a giocare a calcio e a tennis quando ero un bimbo. A un certo punto decisi che il calcio faceva schifo perché giocavamo solo una partita i weekend. A me piacevano le partite più che gli allenamenti. A motivarmi era lo spirito di competizione, la partita. Quindi mi buttai sul tennis perché potevo competere in tanti tornei in un weekend e giocare due o tre partite ogni giorno. Nella mia infanzia ho capito velocemente che mi piaceva competere contro qualcuno. Ti prepara per il mondo reale, dove tutti lottano per la stessa cosa e cercano di superare gli ostacoli che incontrano lungo il cammino. Penso sia davvero importante.

E a proposito di competizione, Mateos ne ha in ballo una contro Patrik Antonius con la racchetta in mano dopo che il finlandese lo ha superato nella classifica di pokerista più vincente dell’anno:

Ho giocato contro di lui a tennis, ma tanto tempo fa e da allora non ho giocato più a tennis per i miei impegni con il poker. E’ un buon giocatore. Non voglio dire chi vincerebbe perché sono troppo competitivo. Ma preferisco concentrarmi sulla mia carriera pokeristica e sul GPI POY.

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