Ogni volta che un quotidiano particolarmente conosciuto scrive un articoli sul poker, nella community serpeggia sempre un po’ di nervosismo. Raramente, infatti, si scrive sul tema in maniera accurata e senza scadere in retaggi del passato e luoghi comuni. Questa volta, però, è arrivata una piacevole sorpresa, direttamente dalla redazione del New York Times.
La penna di Keith Romer è stata a dir poco brillante nel mettere giù un articolo molto interessante e soprattutto ben scritto. Il tema di questo pezzo riguarda l’impatto della AI, in particolare della tecnologia dei solver. Una tecnologia che è stata spesso osteggiata dai giocatori, ma che come tutte le cose del mondo presenta sia dei pro che dei contro.
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Un articolo che ora proveremo ad analizzare un po’ più nel dettaglio.
Il New York Times e i solver
L’articolo vede l’analisi dei comportamenti di alcuni grandi giocatori durante le ultime World Series of Poker. Tra questi spiccano players del calibro di Ryan Laplante, Jason Koon, Isaac Haxton, Seth Davies e Doug Polk. In particolare l’attenzione era rivolta al Super High Roller da 250.000 dollari, in cui sono stati soprattutto Davies e Koon ad analizzare le mani che avevano in precedenza giocato.
La firma del New York Times ha specificato che la sua intenzione non era solo quella di parlare della storia della teoria del poker. Si leggono infatti alcuni passaggi molto interessanti e dettagliati su aspetti come ICM, il concetto di bluff to value, polarizzazione di range di mani, strategie diversificate, staking e percentuali di vincite. Un vero e proprio vademecum per chi tenta la strada del poker ad alti livelli.
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Ovviamente tanto spazio è stato dedicato, come accennavamo in apertura, ai solver. Si parla ovviamente dei rischi che si corrono nell’utilizzare questa tecnologia per migliorare il proprio gioco e di conseguenza i risultati. In particolare la tecnologia della RTA (Real Time Assistance) che è chiaramente un’arma a doppio taglio.
Tuttavia la vera notizia è un’altra, ovvero che si può fare informazione pulita, diretta e corretta sul poker anche nei media generalisti. E noi non possiamo che esserne felici e fieri.
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