Chip Reese, La storia del poker player più forte di tutti i tempi

Apr 21, 2021

La storia di Chip Reese, il poker player (forse) più forte di tutti i tempi

Chip Reese è stato un giocatore di poker in attività circa dal 1974 fino al 2007, anno in cui all’età di soli 56 anni morì, non prima di aver lasciato un’impronta più che leggendaria nel mondo del poker.

Di recente Doyle Brunson, che con Reese ha condiviso i tavoli durante tutta la carriera, l’ha nominato in un tweet come il giocatore più forte di tutti i tempi, pensiero condiviso anche da Daniel Negreanu, di cui riportiamo le parole tratte da un articolo di assopoker.com.

“Chip vinceva ogni giorno in cui giocava. Non aveva un gioco fantasioso, non faceva mosse strane. Semplicemente era un giocatore incredibilmente solido. Ogni volta che lo osservavi in una mano e analizzavi la sua condotta, ti rendevi conto che aveva sempre senso. Non ti chiedevi mai cosa avesse combinato”

“Chip aveva una grandissima voglia di vincere, era una persona estremamente competitiva ma faceva di tutto per non mostrarlo. La sua intelligenza e la sua disciplina (questa era il suo punto più forte) lo resero il giocatore che era. Anche quando era seduto da ore e e ore agli stakes più alti di Las Vegas, giocava sempre al massimo. Il suo F-game era maledettamente buono”.

Andiamo a ripercorrere la storia di quello che, a detta di alcuni, è stato il giocatore che ha vinto più soldi in tutta la storia del poker.

 

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Gli inizi del miglior giocatore di poker al mondo

David Edward Reese, meglio conosciuto come Chip Reese, nacque a Centerville, Ohio, il 28 marzo 1951.

Conobbe le carte all’età di 6 anni, quando a casa da scuola per un’influenza, la madre rimase con lui e gli insegnò a giocare.

Durante gli anni del college si dedicò al football, disciplina in cui riuscì a vincere il titolo di campione dell’Ohio. In quegli stessi anni giocava spesso contro colleghi e professori a poker, bridge e gin rummy, pare con ottimi risultati.

Una conferma può arrivare pochi anni dopo, quando fu ammesso al corso di Giurisprudenza della Stanford University, e lasciò stare per dedicarsi a tempo pieno a ciò che gli riusciva meglio.

Nel 1974 in una visita a Las Vegas riuscì velocemente a trasformare $400 in $20.000 al Seven Card Stud cash game, decidendo di trasferirsi nella Sin City.

Un pomeriggio, mentre si trovava al Flamingo Hotel, decise di essere capace di battere gli stakes più alti e si alzò dal tavolo con $66.000 e così iniziò ufficialmente la sua carriera.

 

Chip Reese, il giocatore più vincente della storia

Sulla carta potreste dire che era sicuramente un forte giocatore, ma nulla di particolarmente sconvolgente: su Hendon Mob le sue vincite si avvicinano ai 4 milioni di dollari, ben lontani dalle cifre di Kenney, Bonomo, Negreanu e compagnia, e tra il 1978 e il 2006 ha vinto 3 braccialetti WSOP.

Il primo arriva da un Seven Card Stud Split da $1.000 di buy-in vinto pochi anni dopo essersi trasferito a Las Vegas, per un premio di $19.200, il secondo è del 1982 in un $5.000 Limit Seven Card Stud per $92.500, e dopo un paio di decenni è arrivato l’ultimo nel 2006: una vittoria da $1.784.640 al $50.000 Poker Player Championship.

Queste le parole di Daniel Negreanu su quella vittoria, arrivata poco tempo prima della scomparsa di Reese:

“Quando vinse il $50.000 ero felicissimo, perché era la prova definitiva che Chip Reese fosse il miglior giocatore al mondo. Per i pro vincere il Main Event era ormai diventata una prospettiva improbabile a causa dei field enormi, per questo motivo la vittoria di Chip fu poetica. Fu come il finale di un libro, la sua storia non sarebbe potuta finire meglio di così”.

 

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Le vittorie nei tornei però contano ben poco. Il main game di Chip Reese era indubbiamente il Cash Game, disciplina in cui si dice abbia incassato più soldi di qualunque altro giocatore della storia.

Era una presenza fissa nella leggendaria Bobby’s Room del Bellagio, dove giocava il Big Game da $100.000. A giudicare dalle parole rilasciate in un’intervista del 2003, il distacco dal denaro poteva essere uno dei suoi più grandi punti di forza:

“Posso giocarmi $100.000 e non sentire nulla. Se pensi ai soldi e al loro significato, sei finito.”

Una nota doverosa: tavoli del genere li affrontava anche 40 anni fa, dove il valore di $100.000 era significativamente più alto di oggi.

La poca emotività verso i soldi è testimoniata anche da altre fonti, che sottolineavano come Reese fosse capace di alzarsi tranquillamente dal tavolo da perdente. Una volta stava perdendo $700.000 e se ne andò per andare a vedere suo figlio a una partita di baseball.

Tra le sue skill, oltre all’ovvia preparazione teorica, il distacco dai soldi, anche altre chicche che all’epoca avevano un gran valore per un poker player, come l’organizzazione di una buona partita:

“Chip e Doyle organizzavano le partite di Las Vegas e Chip era bravissimo ad assicurarsi di mettere al tavolo le persone giuste. Tutti lo chiamavano per partecipare, lui faceva in modo che la partita fosse sempre piena. Quando un giocatore amatoriale era in città e voleva giocare, per dire, alle 19 di venerdì sera, Chip chiamava tutti i pro per essere certo che la partita si giocasse. Si assicurava che ci fosse la giusta atmosfera e che gli stakes non fossero troppo alti fin dall’inizio

Riprendendo un altro articolo di Assopoker, Mike Sexton ricorda questo aneddoto di Chip Reese:

“Stavo seduto accanto a lui prima che iniziasse il Big Game ed un ragazzo camminava nervosamente davanti a noi e lo sfidò in una partita heads-up Stud da $1.500/$3.000. Dopo 30 minuti di gioco il ragazzo, tutto sudato, si è inventato una scusa ed è andato via. Chip si è girato verso di me e mi ha detto:

“Molti giocatori sono come lui. Quando vincono, vincono un po’. Quando perdono, perdono tutto. Io sono il contrario”

 

Chip Reese: l’uomo da 100 milioni di dollari

Come la maggior parte dei rounder dell’epoca, Chip Reese non si limitava al poker. Riuscì a vincere regolarmente grosse somme anche con il backgammon, gli scacchi e le scommesse sportive. Si racconta che quando Doyle Brunson decise di perdere peso, i due scommisero $50.000 a testa su chi avrebbe perso peso più rapidamente e Reese perse 6 chili in breve tempo.

Con lo stesso Brunson però, Reese si infilò anche in qualche business più fallimentare, come pozzi di petrolio, estrazioni minerarie, gare di cavalli e spedizioni per trovare gioielli in Africa, oltre che tentativi di riportare all’aria il Titanic e trovare l’Arca di Noè. Tuttavia trovarono buon successo in un sistema di scommesse per il baseball.

Nei cash game privati di Las Vegas, Chip Reese – si dice – sarebbe riuscito a mettere in cassaforte più di 100 milioni di dollari. Ovviamente è impossibile saperne l’esatta entità, ma come minimo sono state sufficienti per acquistare una villa di 1.207 metri quadri a Las Vegas, un condominio con vista sull’Oceano Pacifico a Santa Monica e una distesa di terra attorno a un lago in Montana.

A causa delle complicazioni dovute a una polmonite, il 4 dicembre 2007 si spense uno dei giocatori più incredibili che il poker abbia mai visto passare tra i tavoli. Al pari di Stu Ungar, altro giocatore definito da alcuni come il migliore di tutti i tempi, non avremo mai modo di vedere cosa sarebbe riuscito a fare se fosse seduto ai tavoli ancora oggi.

 


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Photo Credits: Samantha Clemens, AP

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