È vero che GGPoker non vuole giocatori vincenti sul suo sito?

Apr 11, 2024

Diciamo subito che la risposta è “No!”, altrimenti potremmo essere tacciati di clickbait, come pensiamo – peraltro – del titolo scelto da Charlie Carrel per il suo ultimo video su YouTube dove parla dell’argomento.

Incuriositi da questa affermazione quasi sconcertante abbiamo approfondito il discorso, per scoprire che non sembra esserci davvero questo rischio, ma altre considerazioni che potrebbero interessare tutto l’ecosistema del poker.

 

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Tutto parte da PokerOK, che è una società di terze parti (skin) che opera nel network GGPoker, e si può considerare la leader nel territorio russo. Già qui c’è una netta distinzione tra GGPoker e una delle sue parti, ma andiamo avanti.

PokerOK ha dichiarato di voler fare guerra alle stable (che potremmo tradurre come associazioni, spieghiamo meglio qui sotto) poiché queste sistematicamente adottano pratiche contrarie alle regole della piattaforma: teamplay, softplay, collusion, ghosting, bumhunting, multiaccounting e database mining, oltre a condivisione di note e strategie ad personam.

Le “stable”, come spiega Carrel, sono sostanzialmente un gruppo di giocatori che mettono dei soldi in comune, hanno risorse come alcuni coach, un po’ di soldi, eccetera, cercano dei giocatori talentuosi e li stakano.

A quanto pare, il poker sia MTT che Cash Game sarebbe pieno di queste Stable, tanto che a sua detta sicuramente ci abbiamo giocato contro. Perdonate l’ignoranza, ma non siamo a corrente dell’esistenza né della grandezza di questo eventuale fenomeno in Italia, se escludiamo le Poker School più famose.

Tornando al discorso principale, la guerra contro le Stable, Carrel sostiene che questo potrebbe colpire tutti i giocatori su tutte le piattaforme poiché PokerOK è parte di GGPoker, la poker room leader di mercato, ed è possibile che tutti gli altri ambienti pokeristici, a cascata, si adeguino a queste pratiche. 

Ma veniamo al titolo. È Patrick Leonard a riportare la questione, dicendo di aver visto varie quotes tradotte dal russo di PokerOK che sostanzialmente dicono:

“Le stable non sono le benvenute, non vogliamo regular, non il poker non è uno sport, tutti dovrebbero perdere, e non ci devono essere giocatori vincenti su questa piattaforma”. 

 

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Ora, iniziamo con una considerazione che nessuno di noi amerà: le poker room, più o meno sognano davvero questo. È una questione di ecosistema: più i giocatori bravi vincono, meno i giocatori meno bravi vogliono giocare; più il livello si alza, più è difficile la barriera d’ingresso per i nuovi player.

In poche parole, guardando al futuro, la tendenza dovrebbe essere quella di una piattaforma full reg con meno giocatori, dove i nuovi fish sono i vecchi regular, e nella fase successiva ancora meno giocatori, altri ex-reg che diventano fish, e così via finché – virtualmente – non rimarrà un giocatore e nessuno che lo vorrà affrontare. Per assurdo, è ciò che è successo al 5 Card Stud delle WSOP.

I giocatori occasionali sono la vera fonte d’entrate delle poker room (che spesso sono in perdita con il poker high stakes), e disincentivarli è solo un danno. Questo si può notare facilmente, nei tentativi delle varie room di creare giochi e situazioni che spostassero il punto di equilibrio tra vincitori e perdenti (anche gli stessi PKO, Mystery Bounty, Sit & Go Lottery…) nella speranza di mantenere dei giocatori vincenti e degli occasionali soddisfatti.

Infatti la cosa assurda è che PokerOK sembra non rendersi conto dell’importanza dell’American Dream intrinseco nel poker, il sogno di volare dal nulla al successo più alto, cosa che è successa a centinaia di giocatori incluso Carrel stesso, o Mustapha Kanit.

 

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Secondo Carrel, se non hai il sogno il poker è morto. È solo l’ennesimo gioco da casinò dove tutti perdono un po’, la casa è felice e tutti si sono divertiti.

Va notato che il poker non può essere così. Se per assurdo si potessero bannare i giocatori vincenti, in breve tempo altri giocatori (prima perdenti) diventerebbero i nuovi vincenti… e a quel punto andrebbero bannati anche loro?

Insomma, ci auguriamo vivamente che il bersaglio fossero le “stables” e non i giocatori vincenti. E anche queste “stable” non sempre giocano sporco. Pensate che lo stesso Patrick Leonard è a capo di una di queste, e per primo ha spiegato i comportamenti illeciti che sono tristemente diffusi: condivisione di hand history, condivisione di carte nelle deep run, ghosting.

La soluzione proposta da “pads” si compone di due punti:

  • Le stable devono segnalare la loro esistenza alle poker room, per aiutare i controlli
  • Ogni stable deve avere un “infiltrato”, un regolatore indipendente esperto di poker, esterno agli interessi delle varie parti, che abbia la capacità di capire cosa succede e verificarne la legittimità.

Speriamo che nessuno abbia suggerito modi per allontanare i giocatori vincenti…

 

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