La forza del set è che è il punto più alto che possa essere chiuso senza “insospettire” troppo l’avversario. Infatti, se scala e colore possono essere individuate grazie a tre carte connesse sul board, full e poker quando c’è una coppia a terra, il set è sempre presente.
Un punto capace di regalare grandissime gioie… e contro overset o board davvero brutti anche grandi dolori. Ma sappiamo come giocarlo al meglio? Vediamo subito.
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Ecco una serie di domande che possiamo farci per capire come comportarci quando la nostra coppia trova la terza gemella sul flop.
- Sei in posizione o fuori posizione?
- È un single raised pot, un 3-bettato o più?
- Sei l’aggressore o hai chiamato un raise?
- Quanto è connesso il board, e come hitta il range dell’avversario?
Come vedremo, tutti questi elementi si riprendono a vicenda e ogni situazione è a sé, ma vediamo comunque questi aspetti singolarmente nella ricerca di pattern.
Set in posizione contro set fuori posizione
È sempre meglio essere in posizione, questo è risaputo. L’importante comunque è non perdere valore, massimizzare, quindi nella maggior parte dei casi: puntare IP, puntare o check-raisare OOP.
Lo slowplay spesso è sconsigliabile, ma molto dipende dal tipo di board che troviamo. Per esempio, se settiamo su un board in cui il nostro avversario raramente chiamerà , forse possiamo aspettare che cada una carta buona per lui.
Se sei l’aggressore fuori posizione, puoi puntare quando ci sono broadway e simili, se invece hai difeso una coppietta e il board è basso e connesso, puoi essere più tricky e check-raisare.
SRP vs. 3-bet pot
Le differenze tra questi due scenari sono date da range diversi (più stretti e forti nei tribettati) e da un SPR diverso (più basso dopo un re-raise).
Nei 3-bettati sarà più facile buildare il pot in quanto potremo usare size più alte e i nostri avversari avranno più valore. Pensiamo a un 9-9 su K-9-2, con l’avversario che può aver 3-bettato con A-K, K-Q e K-J. Tanto valore!
D’altro canto se abbiamo 3-bettato noi, potremo spingere solo se il board hitta il range di call alla 3-bet dell’avversario. Su board bassi e connessi, meglio farlo hittare o farlo bluffare.
Fuori posizione dopo aver 3-bettato: sempre check raise! In posizione dopo aver chiamato una 3-bet… sempre chiamare la c-bet. Già , niente raise per permettere a opponent di puntare ancora con il suo vantaggio di range. Ovviamente, considerando sempre i board e tutto il resto.
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Sei l’aggressore o hai chiamato il raise?
Questo capitolo è già stato affrontato in quelli precedenti, ma per riassumere:
- Ci sono buone probabilità che oppo abbia hittato?
- Da aggressore, punta
- Da passivo, chiama o check-raisa a seconda degli altri fattori
- Oppo non ha hittato tanto probabilmente?
- Da aggressore, puoi anche checkare
- Da passivo, chiama o check-raisa
Board connected, dry, alti o bassi
Come al solito, a seconda di tutti gli altri fattori ci saranno delle differenze, ma ecco cosa devi tenere in considerazione.
Se il flop è dry, non devi preoccuparti un granché di essere superato, non hai bisogno di negare equity all’avversario.
Se il flop è connesso, two-tone o più, si manifestano due scenari: ci saranno più mani di oppo che chiamano; ci saranno più possibilità che chiuda un punto migliore. Rendigli le cose difficili ma estrai valore, e ricorda che avrai molti out per chiudere un goloso full.
Se il flop ha carte alte, il tuo avversario avrà più probabilmente una coppia con cui continuare. Attenzione, se sei l’aggressore potresti spaventarlo quando c-betti su un Asso.
Se il flop è basso, otterrai più fold. Spesso è meglio aspettare che hitti qualcosa.