Mike Matusow è senza dubbio uno dei giocatori più iconici che il poker mondiale abbia conosciuto e imparato ad amare negli ultimi 20 anni. Magari non sarà stato un player particolarmente performante in termini di titoli vinti o di milioni di dollari incassati. Il suo personaggio e la sua ars oratoria sono senza dubbio i tratti distintivi di un soggetto che è difficile da dimenticare.
Non a caso il soprannome con cui è conosciuto in tutto il mondo è The Mouth. Proprio per questa sua capacità di parlare tanto al tavolo, sia per intrattenere i suoi avversari che per cercare di destabilizzarli nel corso di una mano che si sta giocando. Ma la persona Mike ha vissuto un’esistenza più tormentata e meno agevole di quanto ci si possa aspettare da un giocatore di poker di così alto livello.
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Come può spesso capitare in ambienti del genere, infatti, l’alcol e la droga sono entrati a far parte della sua vita in maniera importante.
Mike Matusow e l’episodio del braccialetto
Durante il consueto podcast condotto da Doug Polk è venuto fuori un elenco di aneddoti che Matusow ha voluto raccontare. Il tema centrale della trasmissione riguardava il rischio di veder saltare ancora una volta le WSOP. Alla fine, però, Mike ha preso la scena e ha cambiato completamente discorso. Così il tema è diventato il rapporto tra i giocatori e la droga.
Un rapporto che per lui è stato molto complicato:
Riuscivo a giocare un poker d’alto livello come Superman per 30 ore di fila ai tavoli. Si accende un fuoco dentro di te e ti illudi di giocare bene, ma in realtà le persone si mettono in fila per sedersi al tuo tavolo perché stai regalando soldi
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E poi è saltato fuori un aneddoto sicuramente poco edificante. Siamo alle WSOP 2002, l’evento è l’Omaha Hi/Lo Split da 5.000 dollari e Matusow si trovava al tavolo finale, in pieno stato critico fisico e psicologico in quanto era in fase di disintossicazione. Il crollo sembra dietro l’angolo, ma Mike tirò fuori una forza incredibile e vinse il braccialetto ai danni di Marcel Luske.
Un insegnamento che può servire a tutti.