In uno degli ultimi podcast di Doug Polk, l’ospite d’onore è stato Taylor Caby, che tra le varie cose ha raccontato dei primissimi tempi del poker online.
Un punto in comune tra Polk e Caby, è che sono entrambi proprietari di un sito di training, rispettivamente Upswing Poker e CardRunners, possibilmente il primo mai esistito.
Allora Polk propone la domanda, prima di rispondere a sua volta: cosa pensiamo di chi sostiene che abbiamo rovinato il gioco?
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Polk: “Cosa rispondi a chi dice che con i siti di training per il poker stai rovinando il gioco a tutti, che stai peggiorando la vita delle persone, rendendo le partite più difficili e ora loro non riescono più a fare soldi?”
Caby: “Rispondo che Doug Polk lo fa meglio di me. Una cosa come CardRunners non è mai esistita prima, intendo che se guardi agli altri settori, non esiste un CardRunners o un Upswing per ogni settore, o comunque una fonte di informazioni molto attendibile che sai per certo che stia provando a fare il suo meglio per educare.
Pensi che sarebbe successo comunque allo stesso modo nel poker? Io penso così, perché era semplicemente un’opportunità di mercato, e la gente alla fine l’avrebbe trovata.
E in ogni caso, perché non si è verificata la stessa cosa in tutte le forme di gambling, trading, e altre attività?“
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Polk: “Ci sono due discorsi che hai affrontato: l’etica della cosa, e poi il ‘perché nel poker nello specifico’.
La parte etica è interessante e complicata. Una cosa che non mi piace è quando i proprietari dei siti di training dicono ‘Ragazzi, è ottimo per voi, perché ora la gente scala i livelli e ora affrontate persone che magari non sarebbero arrivate nelle vostre partite.’
Può essere vero, ma la realtà è che il giocatore medio diventa migliore e i giochi si fanno più difficili, su questo non c’è dubbio, e ha un impatto un po’ negativo nei confronti del giocatore medio del field.
Però c’è un impatto molto positivo verso chi acquista il corso per provare a migliorare. Quindi sì, rendi il gioco peggiore per tutti mentre lo rendi migliore per i tuoi membri. Penso che sia una cosa che si vede in tutti i mercati, offri valore ai tuoi clienti, e a farne le spese sono le altre persone del mercato.
In una società capitalistica, seguendo le regole che abbiamo comunemente stabilito, le compagnie esistono per dare valore alle persone, e noi siamo solo un’altra compagnia che fa questa cosa.
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Passando al discorso di perché proprio nel poker, diamo un’occhiata ad altri ambienti, per esempio il backgammon. Non ne so molto, ma non ha un ecosistema midstakes florido, almeno online da quanto ne so.
Quindi immaginando di essere un buon giocatore di backgammon, come si dice fosse Gus Hansen, non te ne uscirai dicendo ‘Ehi ragazzi sono Gus Hansen, in questi video imparerete a portare via 160 milioni di dollari agli arabi a backgammon’. Non ha alcun senso, nessuno lo comprerebbe e lui starebbe regalando troppi soldi.
Nel poker, e anche nei dfs, c’è questo incentivo che sono i midstakes, la fascia primaria dei giochi che si possono trovare, e quindi i migliori giocatori possono fare buoni soldi insegnando, perché c’è abbastanza domanda.”
