I media non ne hanno parlato, ma nelle cerchie dei poker player è un notizia già diffusa: “MaledettoXV“, uno dei top reg italiani, è stato bannato da PokerStars ed è rapidamente dilagata la voce che adottasse pratiche illecite, come l’utilizzo di RTA in game.
Il silenzio di “MaledettoXV” e delle testate di settore (Grinderlab inclusa) non ha fatto altro che agevolare i pettegolezzi permettendo a chiunque di esprimere nuovi dubbi e sospetti.
Oggi “MaledettoXV” ha deciso di rompere questo silenzio, rilasciandoci un’intervista esclusiva dove racconta la sua versione dei fatti. Di seguito riassumeremo brevemente il messaggio, e per chi volesse approfondire lasciamo anche il testo integrale di “Maledetto”.
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Una segnalazione di massa per un ban senza prove
“Maledetto” spiega come la causa del suo ban non sia mai stata ufficialmente spiegata, ma frettolosamente risolta con un “Account pericoloso” senza fornire ulteriori dettagli.
Sembra che l’iter del ban sia nato da una segnalazione massiccia da parte di decine di regular, molti dei quali in un rapporto di amicizia con “MaledettoXV”, a cui la room ha creduto visti numero e nomi dei segnalatori.
Secondo il reg, considerando che molti dei soggetti erano perfettamente consapevoli delle sue skills (grazie a sessioni di studio di gruppo e simili), l’unica spiegazione sarebbe che questi segnalatori volessero solamente “abbattere la concorrenza“, rimuovere dal field l’avversario più ostico per rendersi la vita più facile.
Dopo aver cambiato room e nickname, con il solo effetto di alimentare ancor più le accuse, “MaledettoXV” si è ritirato dalla scena pokeristica, ma non prima di aver intrapreso azioni legali verso i diffamatori e insistito per ulteriori verifiche sia con PokerStars che con la Commissione per la trasparenza dei giochi ADM.
Nell’attesa di ulteriori sviluppi, vi lasciamo con il testo di spiegazioni (e un po’ di sfogo) di “Maledetto”:
Il racconto integrale di “MaledettoXV”
“Questa mia intervista rappresenta il mio primo commento ufficiale da quando PokerStars ha provveduto alla chiusura del mio account di gioco.
Considero a questo punto necessario intervenire per esprimere i fatti ed il mio punto di vista, visto il clima avvelenato da sospetto che si è venuto a creare, le illazioni ingiustificate e perfino casi di diffamazione, nei confronti dei quali – lo preciso – si sono intraprese azioni legali.
Sino ad ora ho continuato a sperare che il fatto di non commentare potesse aiutare a far rientrare il pregiudizio di alcuni, invece, ho notato come ci sia chi abbia fomentato e soffiato sulla questione montando uno scandalo che non esiste, in quanto – lo preciso subito – non ho tenuto comportamenti illeciti nel gioco, non ho utilizzato alcun tipo di RTA.
Cominciamo dai fatti.
Il 5 agosto di quest’anno PokerStars mi ha freezato il conto, chiedendomi alcune informazioni sulla mia workstation; è subito seguita una mail dove mi si chiedeva di caricare un video in cui avrei dovuto giocare circa 2000 mani facendo due riprese, una del monitor e una con telecamera 360° che inquadrasse l’ambiente circostante.
La segnalazione a PokerStars è stata fatta da un consistente gruppo di regulars, a quanto riferitomi, chiedendo alla stessa di fare dei controlli in quanto avevano dubbi sul fatto che utilizzassi un RTA.
Dopo circa una settimana dalla prima mail sono stato contattato da uno dei reg in questione, che mi ha detto che secondo lui “la storia si potesse chiudere facendo una sessione di gioco live con delle persone a casa mia e solo allora avrebbero ritirato la segnalazione fatta a PokerStars”.
Ci tengo a precisare questa cosa.
I reg che mi hanno segnalato li consideravo miei amici, avevo rapporti con molti di loro, quasi giornalmente, scambiando idee, opinioni, ma anche consigli e aiuto vincendevoli.
Con alcuni abbiamo fatto pure qualche ora di studio insieme – dimostrando loro – tra l’altro le mie conoscenze tanto che in molti volevano studiare con me per migliorarsi (parlo di reg di prim’ordine nel panorama italiano).
Dato questo rapporto che credevo anche di amicizia non capisco perché all’affiorare di qualche dubbio, non mi hanno chiesto questa “prova” direttamente loro stessi, per poi procedere alla segnalazione ove insoddisfatti dell’esito o dopo un mio eventuale rifiuto a sostenerla. Il fatto è che sanno perfettamente quanto sia difficile far reintegrare un giocatore di poker dopo aver mosso un’accusa del genere alla room, specialmente se i giocatori che scrivono sono numerosi, 40/50, consapevoli di “contare molto” a livello commerciale per la poker room.
Lo dico senza ombra di dubbio, sarei stato totalmente a loro disposizione per una prova chiarificatrice, consapevole che un mio eventuale rifiuto avrebbe giustificato il procedere con la segnalazione.
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Questo discorso fatto dopo la segnalazione e il freeze del conto assume tutt’altro significato e magari mira ad altro.
Una segnalazione così organizzata ed avvenuta nei confronti di un player non anonimo, conosciuto e “frequentato” anche al di fuori dal tavolo di gioco, non è difficile pensare che possa essere stata orchestrata per ben altri motivi, compreso quello di “tagliare le gambe” ad un player di primo livello, liberando spazio di gioco e consistente possibilità di vincita a chi rimane, questo mi sembra evidente.
I segnalatori agendo come hanno fatto si attribuiscono il ruolo sia di giudici che di giuria, in quanto pensano che la mia “riabilitazione” passi per una loro eventuale mail in cui ritirino le accuse, facendomi sbloccare il conto.
Qui un “cartello” di persone si arroga il diritto di decidere chi può continuare a giocare e chi no. Si è arrivati davvero a questo? È davvero così facile far bannare e sbannare un player, nonostante – o tanto più, mi vien da dire – sia di primo livello?
Come non bastasse, alcune di queste persone sono arrivate a diffamarmi in gruppi Skype e Telegram, al solo apprendere la notizia del mio freeze, senza che si fossero ancora chiuse le indagini da parte di PokerStars.
A questo punto perché sarebbero da assecondare le richieste di chi si erge a giuria e giudice che già ha manifestato pregiudizio sulla questione e anzi si è anche fatto promotore di diffamazione?
Sia chiaro, un danno reputazionale alla persona e al giocatore qui è stato già fatto, e qualcuno dovrà risponderne nelle sedi competenti.
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Capiti subito gli interessi di chi mi aveva messo alla gogna, ho deciso quindi di rivolgermi a dei legali, i quali mi hanno consigliato (sin dalla prima ora) di eclissarmi e tagliare i rapporti con tutti, intanto fino a quando non fosse arrivato il responso di PokerStars.
Il giorno 1/9/22 Pokerstars mi chiude il conto, scrivendo la sola motivazione di “account pericoloso”. Ho chiesto spiegazioni sul motivo per cui il mio account fosse “pericoloso” (forse perchè vinco?) ma non me ne hanno date.
Lo stop del mio account da parte di PokerStars innanzitutto non è stato giustificato che da una generico riferimento senza la produzione di specifiche prove ed elementi, tanto che ho io stesso spedito una contestazione scritta e circostanziata a PokerStars e, per conoscenza, alla Commissione per la trasparenza dei giochi Agenzia delle Dogane e dei Monopoli tenuta a vigilare sull’operato dei concessionari di gioco, in cui ho argomentato in dettaglio punto per punto oltre che la genericità anche l’insussistenza delle motivazioni addotte.
In spregio a qualsiasi tutela della privacy, PokerStars ha divulgato questa notizia, conferendo alla rosa dei segnalatori ruolo di referente nella questione.
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Ci tengo a sottolineare che nel corso di questi 5 anni sono stato segnalato in continuazione da molti reg, e non mi è MAI stato bloccato il conto. È chiaro che per istigare un certo “dubbio collettivo” riferirsi alle segnalazioni può essere molto utile, salvo non considerare quello che è l’aspetto prevalente, cioè l’assenza del blocco del conto dopo i riscontri fatti in seguito a ciascuna segnalazione.
L’aspetto triste di questa vicenda è che basti mettersi d’accordo in un numero considerevole di persone per far bannare un player, pur senza prove che nemmeno PokerStars consegue fornire.
D’altra parte, se il gruppo segnalatore è numeroso, non è che per caso la decisione della Poker Room si fa influenzare dal numero dei soggetti che denunciano fatti inesistenti?
Quando ho messo al corrente i miei legali della notizia del ban da PokerStars, mi hanno consigliato di continuare a mantenere riserbo ed astenermi dal fare dichiarazioni per agevolare una riduzione dei toni e monitorare eventuali comportamenti lesivi della mia immagine e reputazione.
Ci tengo a precisare alcuni altri aspetti.
Il ricevimento della prima mail da PokerStars e la contestuale realizzazione che tra le persone segnalatrici vi fossero quelle che avevo ritenuto sino a quel momento anche amici è stato un duro colpo per me, crollata istantaneamente la stima verso chi si era reso partecipe d’un tale tradimento.
Lo devo ammettere, la cosa mi ha disorientato e istintivamente, lì per lì, ho deciso di smettere di giocare.
Ho preso due giorni di pausa, ho riflettuto, infine maturato che la decisione di smettere di giocare non fosse la scelta più conveniente per me.
La settimana successiva ho aperto un nuovo conto su iPoker cambiando skin e dopo 15 giorni ne ho aperto uno nuovo su 888poker, cambiando il nickname al tavolo.
Ero disorientato, stentavo a realizzare quanto stesse accadendo.
Il motivo per cui non ho mantenuto i miei nickname e non ho esternato questa cosa è perché non sapevo più di chi fidarmi, emotivamente atterrito e preso da un profondo senso di delusione da persone ritenute “vicine” fino a qualche giorno prima.
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Qui lo ammetto, ho sbagliato, ma anche in questo caso non ho fatto nulla che violasse il regolamento delle room, in quanto qualunque persona, a suo nome, può aprire un nuovo conto su iPoker cambiando skin, e riaprire il conto su 888poker dopo 15 giorni dalla chiusura.
Ho giocato per circa un mese su iPoker e 888poker ma la situazione è diventata via via insostenibile.
Ogni nickname nuovo che appariva veniva collegato a me senza motivo e mi riferivano che ero persino accusato di giocare con 2-3 account nello stesso tavolo. La situazione che stava progressivamente degenerando mi ha spinto alla decisione di smettere di giocare, vista la campagna diffamatoria nei miei confronti che stava sempre più montando.
Le persone che hanno contribuito o contribuiranno a divulgare queste notizie infondate e senza prove sono state e saranno querelate.
Resta tutto il mio rammarico per tutta la situazione che si è venuta a creare. Un atteggiamento più costruttivo di qualcuno avrebbe potuto evitare di rovinare e bruciare un lavoro enorme di una persona degli ultimi 5 anni, ogni giorno studiando per 4 ore e giocando 7/8 ore, senza giorno di pausa, senza vacanza, finendo pure in terapia per questo.
Forse qualcun altro ha raggiunto il suo obiettivo, in tutta questa storia?”