L’avete mai notato? Il più LAG del torneo, che vi aspettate sempre che sbrodoli il suo stack da un momento all’altro, lo si ritrova davvero spesso nelle posizioni alte del chipcount.
Che sia perché è – alla fine – lo stile migliore da giocare? Phil Galfond non è d’accordo, o meglio è d’accordo solo in parte, e qui vi spiega perché.
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Varianza
Vediamo spesso giocatori molto LAG fare molte chips durante un torneo, a volte andare deep e addirittura vincere.
Questo non significa che sia uno stile profittevole, e non significa nemmeno il contrario. La cosa da tenere a mente è che uno stile super tight non accumulerà un gran stack nelle prime fasi di un torneo, è praticamente impossibile.
Se abbiamo un field con 50 tight e 50 maniac, alla fine del Day 1 tutti i big stack saranno dei maniac. Non perché siano migliori, ma perché i tight non metteranno spesso le chips in mezzo.
È importante ricordarlo per non avere bias verso una cosa che dovrebbe succedere a random e notiamo invece che è una costante.
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Lo stile LAG funziona nei tornei
Specialmente nei low buy in o nei field molto soft lo stile LAG tende a funzionare. Il motivo è che il player medio è troppo tight e passivo contro questi stili.
Quindi un LAG apre molto spesso, non riceve abbastanza 3-bet, ruba più bui di quanti dovrebbero, al flop puntano e non trovano molti raise, ottengono più fold.
Anche nel cash può succedere, ma lì puoi sempre comprare nuove chips, mentre nei tornei gli avversari hanno più paura di bustare.
Inoltre un LAG di quelli bravi sa che ha un’immagine maniac, e se riesce a notare qualcuno con una buona mano quando lui ce l’ha migliore, può estrarre davvero tanto valore.
Insomma a certi livelli può essere uno stile intelligente, ma bisogna sapere quando cominciare a foldare, quando gli avversari cominciano a reagire.
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Phil Galfond, photo courtesy of ItaliaPokerClub
