McKeehen vs Imsirovic: bluff inconsapevoli e dove trovarli

Mar 16, 2022

mckeehen-joe

La scorsa edizione dello U.S. Poker Open ci ha dato la possibilità di vedere in azione alcuni tra i più forti giocatori del mondo. Tra questi c’è anche un personaggio magari poco reclamizzato ma capace di ottenere risultati importanti. Stiamo parlando di Joe McKeehen, che nella sua bacheca vanta anche un Main Event WSOP vinto nel 2015. Ma non solo…

In questa mano che stiamo per analizzare, il buon Joe ha outplayato quasi per caso Ali Imsirovic. Il giovane bosniaco folda la mano migliore in una situazione comunque pericolosa. Il campione del mondo di quasi sette anni fa, infatti, trasforma la sua mano in bluff e riesce a portarla a casa in maniera quasi inconsapevole.

 

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Joe McKeehen e il semi-bluff disperato

Situazione: final table livelli 50.000/100.000 big blind ante 100.000

Preflop: Imsirovic vede 8♦7♦ e si limita a completare da small blind, McKeehen rilancia a 350.000 con A♣10♦ da big blind. Ali fa ancora call, il pot sale a quota 800.000 chips.

Flop: Kâ™ 9♥6♦ – Il giovane bosniaco decide di checkare, l’original raiser segue e si va alla seconda street.

Turn: 10♣ – Imsirovic stavolta non ci sta e punta 450.000 chips, trovando il call da parte di Joe. Il pot sale a quota 1.700.000 chips.

River: Q – Micro bet a 170.000 da parte di Ali, con McKeehen che rilancia a 925.000 in posizione. Il bosniaco decide di foldare la best hand.

 

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Nella situazione in questione, Joe McKeehen trasforma la sua coppia di Dieci in bluff su un board pericoloso e contro un avversario abbastanza short. Imsirovic, infatti, si presenta al river con 13 big blind e con una condotta comunque abbastanza forte post-flop. Tuttavia la debolezza mostrata preflop con il complete e il call sul rilancio, fa capire a Joe che nel suo range non ci sono Jack per la scala nuts.

Tutta musica per le orecchie del vincitore del Main WSOP 2015, che decide di spingere al river con un raise credibile. Da parte di Ali c’è davvero poco da rimproverare, quella Q al river era forse l’unica carta che poteva fargli credere di non essere buono con scala.


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