Mustapha Kanit: “Ecco cosa serve per diventare un pro player”

Mar 10, 2023

mustapha kanit pspc

Mustapha Kanit, come abbiamo già letto nei giorni scorsi, è stato protagonista di una bella intervista. A fare da “anchorman” è stato Dan Cates, nel suo podcast “Winning the Game of Life”. Jungleman ha sviscerato tanti temi con il player italiano. In questo spaccato dall’intervista vogliamo occuparci di quelle che, secondo Musta, sono le concezioni della scuola, della famiglia e della conoscenza del gioco.

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Mustapha Kanit e il valore dello studio

Nel prosieguo dell’intervista Mustapha Kanit ammette di non apprezzare troppo il sistema dell’istruzione in Italia. E spiega il suo ragionamento con un esempio semplice e di impatto: “Il sistema scolastico in Italia non funziona. Ad esempio se vuoi diventare un avvocato devi star lì a studiare almeno 15 anni, per poi arrivare a prendere una paga davvero molto bassa rispetto al tempo speso a studiare. Io ero molto bravo a scuola, avevo del talento in tante materie. Poi però mi sono reso conto che potevo spendere il mio tempo in un modo migliore“.

Al tempo stesso Musta sottolinea il valore della famiglia. Avere i propri cari vicini è fondamentale nella crescita, come uomo e come lavoratore: “Credo che sia importante avere una famiglia che ti indirizzi nel migliore dei modi e ti insegni come approcciare la vita. Il modo in cui affronti le situazioni, il modo in cui ti approcci allo studio e ad altre cose. Avere alle spalle una famiglia che ti dia una mano è fondamentale per crescere al meglio“.

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Come sfondare nel poker

Kanit ha fatto anche da coach in passato e ha ammesso che non tutti i suoi ‘allievi’ erano uguali: “Ho fatto da coach a persone che avevano un talento naturale per il poker, anche dal punto di vista matematico. Ho però fatto da coach anche ad altri ragazzi che avevano ben altre qualità al tavolo. Ad esempio a questi ultimi ho provato a spiegare alcune basi matematiche ma mi rendevo conto che era meglio puntare su altro, perchè non capivano o erano più bravi in altro“.

Ma come si può venire fuori alla distanza e fare una grande carriera nel poker? Il player piemontese, da questo punto di vista, dimostra di avere le idee molto chiare: “Per competere ai più alti livelli devi avere tanto talento, devi essere competitivo e soprattutto stabilirti per tanto tempo a certi livelli. Giocare il Main Event WSOP è qualcosa di diverso, devi essere al top per tanti giorni. Invece giocare gli High Roller è più una questione di skill tecniche e mentali“.


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