Hai iniziato a giocare da poco, o sei un giocatore che per un motivo o nell’altro non vede il conto gioco crescere come dovrebbe da troppo tempo?
La teoria pokeristica ha sviluppi sempre più vasti ed è facile perdersi nel mare di informazioni a disposizione. È inutile studiare bilanciamenti, minimum defence frequency, geometric bet sizing e concetti avanzati se poi commettiamo errori nelle basi.
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Sopravvalutare figure e assi
Uno degli errori principali che tutti abbiamo commesso alle prime armi, è non saper calibrare bene il valore delle mani iniziali.
Le tendenze più comuni sono quelle di sopravvalutare mani come Q-J, A-8, K-10, ma anche mani che sono nettamente più forti ma non sempre, come A-J e K-Q.
Sono tutte mani ottime per un rilancio preflop nella maggior parte dei casi, ma devono essere velocemente rivalutate contro un re-raise, o anche contro un call.
L’aspetto debole di un A-X basso è che ha buone probabilità di essere sopraffatto da un asso con kicker maggiore, quindi andiamoci piano anche quando hittiamo top pair.
Con A-J e K-Q saremo probabilmente in vantaggio se un avversario chiama il nostro rilancio preflop, ma se 3-betta rischiamo di essere dominati da un A-Q o A-K e dovremo agire con prudenza.
Range di partenza
Chi è agli inizi ha difficoltà a distinguere bene il valore delle starting hand, come detto in precedenza, ed è un fattore che si ripresenta anche su altre mani. Per qualche motivo per esempio, molti sono attratti da mani come J-8 o J-9 (è una costante, fateci caso).
Inoltre non è così intuitivo capire l’importanza del valore della posizione. Agli inizi può non sembrare, ma giocare in posizione è un vantaggio fortissimo, e per questo tutti i range preflop si regolano di conseguenza.
Più siamo in late position, più ampio potrà essere il nostro range, tanto che se nessuno ha rilanciato possiamo aprire anche con J-8, 7-5, e ben oltre il 40% delle mani migliori.
Prediligiamo sempre le mani suited e connesse per avere più board favorevoli su cui giocare, e ricordiamo sempre di rivalutare la forza della nostra mano in base al comportamento degli avversari.
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Impuntarsi nei bluff
Il bluff è una componente fondamentale del poker, la più famosa e affascinante, ma non bisogna pensare ad esso come quello che si vede nei film.
Soprattutto, non bisogna decidere a priori che è il momento di un bluff. La situazione si crea, non la decidiamo noi, e ha delle linee guida che sono molto importanti per avere successo con i bluff.
Approfondiamo questo discorso nella nostra guida al bluff, ma il punto più importante da segnalare, la base assoluta, è che un bluff ha senso solo se viene giocato esattamente come giocheremmo una mano di valore.
La perfezione è avere sempre, in ogni situazione, delle mani di valore e delle mani di bluff che giocano nella stessa maniera, in modo che l’avversario non possa sapere cosa lo aspetta.
Quindi se i tuoi bluff sono “bet-bet-all in” con size altissime, ma quando hai il punto nuts giochi passivo per deception, avrai una doppia brutta sorpresa: i tuoi avversari chiameranno i tuoi bluff e giocheranno passivi quando hai valore.
Il bluff non è altro che “raccontare una storia credibile“, che è tutt’altra cosa che puntare pesante come dei forsennati. Prova e vedrai!