Esiste il talento? Se chiedete a chi scrive, riceverete un secco “no” come risposta, a cui poi seguirà una discussione su cosa sia il talento, come nasca eccetera eccetera.
Forse Phil Galfond è di parere contrario, visto che ha due nomi pronti in mente quando gli viene chiesto chi sia il giocatore di poker più talentuoso. La risposta non vi sorprenderà (anche perché è nel titolo).
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Viktor “Isildur1” Blom
Il giocatore svedese ha impattato nel mondo del poker come una meteora, facendo parlare di sé in men che non si dica nonostante volesse evitare la luce dei riflettori.
“Isildur” nel lontano 2009 è arrivato dal nulla e ha sfidato i migliori giocatori online ai limiti più alti di sempre, giocando senza paura con uno stile iper aggressivo, e nessuno sapeva chi si nascondesse dietro a quel nick.
Alcuni pensavano che tutta quell’aggressività, con un pizzico di varianza dalla sua parte, potessero facilmente essere un picco destinato a crollare nell’abisso in poco tempo, e invece…
“Era incredibilmente talentuoso, imparava qualunque gioco volesse semplicemente giocando ai livelli più alti – che è ben sconsigliato. Ricordo le partite contro di lui a 2-7 triple draw, e nel tempo di due settimane, da giocatore scarso, diventava davvero davvero bravo.”
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Phil Ivey
Altra leggenda del poker, al punto che da molti viene nominato come il più grande poker player di tutti i tempi. Stiamo parlando ovviamente di Phil Ivey, uno dei giocatori con più braccialetti WSOP vinti, ottimo giocatore di ogni variante di poker, in ogni modalità, da cash game a MTT a heads-up, da Texas Hold’Em, a Omaha… a qualsiasi cosa.
I suoi successi fanno sembrare che lui e le carte fossero una cosa sola, e che gli bastasse conoscere le regole per essere uno dei top al mondo.
“Entrambi questi giocatori non studiano nella stessa maniera, né usano gli stessi tool che usano gli altri grandi giocatori, eppure in qualche modo sono capaci di competere a stake davvero elevati.
Phil Ivey è uno che, ogni volta che mi sentivo un livello avanti a lui nella guerra di leveling, si rivelava sempre che in realtà era davanti lui e che indovinava gli adjusments che stavo per fare prima ancora che io li facessi.”