Si è giocato in questi giorni un appuntamento di grande spessore come il Coin Rivet Invitational. Un appuntamento che ha radunato in quel di Cipro, in una location straordinaria, alcuni tra i più forti giocatori al mondo. In un contesto del genere non poteva davvero mancare un mostro sacro come Phil Ivey, il quale si è fatto notare per alcuni colpi da maestro.
Il giocatore americano si è trovato molto a suo agio per larghi tratti del torneo, un vero e proprio high roller da 200.000 dollari di buy-in. La grande giocata di cui abbiamo fatto menzione in precedenza è arrivata durante il Day 1, a livelli tutto sommato bassi ma contro un grande avversario come Christoph Vogelsang. Il resto lo lasciamo alla consueta analisi del colpo.
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Il grande bluff sgamato da Phil Ivey
Situazione: torneo livelli 3.000/6.000 big blind ante 6.000
Preflop: foldano tutti fino ad Ivey che da bottone ha 10♦6♦ e rilancia a 13.000. Ben Heath da small blind spilla 5♠5♦ e fa call. Chiama anche Vogelsang con 7♣6♣ da big blind. Il pot sale a quota 45.000 chips.
Flop: 10♣8♣3♦ – bussano sia Heath che il tedesco, la parola torna a Phil che c-betta a 16.000. Il britannico decide di chiamare, stessa mossa per Vogelsang. Il pot sale a quota 93.000 chips.
Turn: 8♥ – secondo check per Heath, Vogelsang riflette per almeno un minuto prima di mettere 55.000 chips al centro. Ivey fa call, Heath passa. Il pot sale a quota 203.000 chips.
River: K♥ – ancora un lungo tank per Vogelsang che mette Ivey ai resti. Un call non semplice per Phil, che alla fine mette e vince un pot da quasi mezzo milione.
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Phil Ivey in questo caso ha dimostrato grande sangue freddo e la consueta capacità di ripercorrere la mano, street dopo street. Probabilmente No Home Jerome non ha ritenuto la sua second pair come la mano migliore. Al tempo stesso, però, non ha assegnato un set o un tris di Otto a Vogelsang.
La grande aggressività sfoderata dal tedesco fin dal turn è senza dubbio figlia della volontà di far passare il suo avversario, ancor di più essendo fuori posizione. Senza dubbio la sua giocata era credibile, ma l’abilità di Phil nel bluff-catchare è da consegnare ai posteri.