Sono incalcolabili le volte in cui vi raccomandiamo di giocare solo ed esclusivamente su piattaforme di gioco legale, dotate di regolare licenza ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), in maniera responsabile e attenendosi alle leggi e ai regolamenti, prima da tutti quella della verifica dell’età.
In Italia è obbligatorio avere compiuto i 18 anni di età per giocare (e giustamente, aggiungeremmo noi), ma un servizio in onda su Striscia La Notizia allarma di un nuovo fenomeno contrario che si sta espandendo.
L’esperto tech di Striscia Marco Camisani Calzolari racconta di come il gioco under 18 ormai sia facilmente raggiungibile con l’ausilio delle criptovalute, e soprattutto come sia ignobilmente pubblicizzato da chi vuole speculare sulle tasche dei ragazzini.
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Il servizio inizia con una frase bella aggressiva: “C’è chi ha organizzato veri e propri casinò per minorenni”, a nostro avviso imprecisa e un po’ negativa per la reputazione del gaming in generale.
“C’è chi ha trovato un escamotage per far giocare anche i più piccoli aggirando la legge. Creano case da gioco online in qualche paese del mondo dove non ci sono regole stringenti e basa tutto sulla blockchain.
La blockchain ha moltissimi lati positivi, ma tra le sue caratteristiche ha anche la possibilità di eliminare la necessità di avere un proprietario al centro, che sia responsabile delle transazioni che avvengono al suo interno.”
In questi casinò si può giocare con le criptovalute che “garantiscono l’anonimato di chi le possiede all’interno dei propri portafogli digitali. E visto che il mercato dei minorenni è grande e inesplorato fino ad oggi, fanno a gara per accaparrarseli.
Per creare un profilo in un casinò basato sulle cripto, non serve dichiarare l’identità, e per giocare si possono utilizzare le criptovalute, che per essere possedute non hanno bisogno di verifica dell’identità!”
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Inutile però puntare il dito solo in direzione del gioco d’azzardo. Come fa notare giustamente Marco, ci si domanda come fanno i minorenni a ottenere criptovalute, che nella stragrande maggioranza dei casi possono essere acquistate solo tramite verifica dell’età, e comunque con mezzi di pagamento che i minorenni non possiedono facilmente.
Molti tutorial su YouTube però insegnano proprio questo, con titoli espliciti come “Come acquistare criptovalute da minorenne”, e spiegano come passare da un sito all’altro partendo da una semplice carta prepagata fino a possedere un portafoglio digitale.
È proprio qui il problema, perché gli stessi video sono creati da “venditori che spiegano ai più giovani come guadagnare utilizzando le criptovalute, dai casinò agli investimenti, che sono spesso equiparabili al gioco d’azzardo per l’alto livello di rischio e soprattutto perché a quell’età non si ha né l’esperienza né la conoscenza per investire soldi in ambiti così a rischio”
Non possiamo che essere d’accordo con quest’ultimo passaggio. Anzi, alcuni soggetti andrebbero protetti ben oltre i 18 anni quanto a coscienza del proprio denaro.
L’unica cosa che – a noi che ci battiamo da anni per difendere l’integrità del gioco legale – non è piaciuta è questa impostazione “shock” del servizio, che mette in primo piano l’esistenza di casinò accessibili da ragazzini, e non i truffaldini che spingono i minorenni a “investire” soldi.
Sono questi il problema di fondo, personaggi che per guadagnare qualche euro di commissione non hanno remore a istigare i ragazzini a gettare soldi in luoghi non regolati, fregandosene dell’importanza che gli stessi soldi possono avere per le famiglie di quei ragazzi.
A questi guru della pseudo-finanza giovanile non importa molto dove finiscano quelle cripto, se in casinò, trading o chissà quali altri siti, né se effettivamente possano fornire delle rendite, ma solo la possibilità di speculare sulle tasche degli ingenui. Vomitevole.
Un appunto finale alla Hunziker, che chiude il servizio parlando de “La pratica illegale del gioco online“: riordina meglio le parole di questa frase per favore, il gioco online non è illegale!