Una situazione ostile che richiede modifiche nel nostro comportamento, adottando strategie che possano mettere al sicuro il nostro patrimonio.
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Ecco tre approcci da adottare in una situazione simile:
Aggredire gli short stack
Per molti versi, questa tecnica può essere applicata a tutto il torneo. Una volta arrivati a un nuovo tavolo, converrebbe sempre analizzare gli stack presenti prendendo nota dei tre stack più piccoli del tavolo. Prendiamo nota della loro posizione rispetto alla nostra e del tipo di posizione che avremo su di loro in determinati momenti, attendendo il momento giusto per attaccare.
Nel momento in cui ci troviamo ad essere il secondo stack, però, non bisogna MAI perder d’occhio il chip leader. Se uno di questi “shorties” si trova tra noi e lui, probabilmente bisogna lasciare che il chip leader se lo mangi. È normale voler sempre dettare il ritmo ma, se il chip leader è in posizione, è difficile fare qualcosa al riguardo.
Stare lontani dal chip leader
Approfondendo il punto precedente, questa è la cosa più importante da fare quando si ha uno stack alto ma non si è il chip leader. Non c’è assolutamente alcun motivo per scontrarsi con chi sta comandando, soprattutto se ci sono abbastanza chips per entrambi. A maggior ragione se ci si trova nelle prime fasi del torneo, scontrarsi con il chip leader del tavolo non è corretto dal punto di vista della sopravvivenza. essendo l’unico stack che può eliminarci dall’evento. Anche se non si viene eliminati, le battaglie prolungate contro un avversario con una potenza di fuoco superiore possono spesso avere un effetto negativo sulle nostre munizioni (le fiches) e sulla nostra mentalità al tavolo.
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Avere il controllo sul pot
Inevitabilmente, è arrivato il momento in cui è necessario affrontare il chip leader. Qui bisogna assicurarsi di alcune cose essenziali. Innanzitutto, partecipando in una mano, dobbiamo assolutamente avere posizione sul giocatore. In caso contrario, sarà l’opponent a dettare il ritmo di gioco e, cosa forse più importante, a stabilire quanto stiamo giocando. Avendo posizione sull’avversario, possiamo controllare la dimensione del pot e prendere le decisioni appropriate con tutte le informazioni a disposizione.
In secondo luogo, sono proprio queste informazioni che dobbiamo prendere in considerazione. Che mani gioca di solito? Loose o tight? Passive o aggressive? Queste domande devono essere chiare nella mente prima di affrontare il chip leader. Infine, quando si decide di affrontare il big stack, assicuriamoci di farlo con una mano forte. Ovviamente non per forza bisogna aspettare pocket Aces o pocket Kings, ma dovrebbe esser scontato avere a disposizione una mano con probabilità di vittoria medio-alta.
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