L’altro giorno mi è capitato di vedere un breve video di una mano di poker, montata con lo scopo di far ridere, ma invece ha scatenato un po’ di riflessioni che ho pensato di condividere sul blog di Grinderlab.
Semplicemente, il protagonista stava decidendo se andare in all-in con una coppia di 7, stimando di essere al 53% decide che sia una buona idea, ma poi si schianta contro una coppia di J, e la sua equity si è fatta ben distante da quanto sperato.
Nel mentre, lo youtuber spiegava come quel 3% fosse importante, considerando che i casinò hanno creato imperi pluri-miliardari facendo leva solo su un misero 2% di vantaggio.
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Era un discorso sciocco ovviamente: un conto è prendere il 2% a milioni di persone che investono migliaia di dollari ogni giorno, un altro discorso avere un vantaggio di tre punti percentuali contro un avversario in una mano da 600 dollari.
Però effettivamente è interessante come i casinò aprano i rubinetti e vedano piovere soldi in cassa. Tutti i giochi da casinò, slot machine, blackjack, roulette… in un modo o nell’altro tutti questi sono sbilanciati a favore della struttura, che nel lungo termine vince per ognuno di questi fino al 2% di quanto giocato dai player.
“Il banco vince sempre” dice proprio questo. Ovvio che con un euro giocato potrai perderlo, vincere tre euro, o trenta, o trentamila, ma nel long term ti devi aspettare di mettere un euro e prelevare novantotto centesimi. Quei due centesimi permettono ai casinò di creare queste strutture gigantesche sfarzose e ricchissime.
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Ma perché il poker di un giocatore dovrebbe essere diverso? Ovviamente non possiamo prendere fisso il 2% dello stack avversario, perché quest’ultimo combatterà giusto un po’ per evitarlo, ma la logica di base in realtà ha tanti punti in comune.
Le vincite a poker sono composte di tanti piccoli vantaggi ripetuti nel tempo, in modo che non si conti più quante volte abbiamo vinto e quante volte abbiamo perso. C’è solo un lungo periodo di alti e bassi che tende alle nostre vincite complessive e al nostro winrate.
Allora il segreto qual è? Alzare quella percentuale il più possibile, e anche pochissimi decimali o centesimi nel lungo termine avranno un impatto straordinario.
La nostra mente è abituata a semplificare, e un 53%-47% lo chiamiamo ancora coinflip. Se pensate sia un 50/50 allora giochiamoci un milione di coinflip dove io parto al 53% (vi prego facciamolo!).
Ma anche l’importanza di una size perfetta, o di tutte le piccole accortezze che si possono fare in una mano (vedi il commento di Suriano di quello spot alle WSOP online). Mettere un bb in più e trovare la stessa frequenza di call, alza di 100bb/100 il nostro winrate in quello spot, ma se abbassa la frequenza di call potrebbe addirittura abbassarlo.
Superate le strategie di base, tutto quello che stiamo facendo è trovare finezze dopo finezze per alzare ogni volta un pizzico in più il nostro rateo di vittoria. E questo è il segreto per vincere davvero, spostare quel 2% verso la nostra direzione.