Il Decreto Dignità rappresenta una delle introduzioni più restrittive da parte degli ultimi Governi, in particolare il primo diretto dall’allora premier Giuseppe Conte. Una vera e propria stretta nei confronti delle case da gioco online, soprattutto sul fronte delle scommesse sportive. Tuttavia anche le poker room, nonostante tutti i permessi del caso, sono state colpite dal punto di vista della pubblicità.
Ora però sembra che ci sia la voglia di invertire la tendenza da parte del nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni. E a darne una prima impronta è stato un uomo che, più che alla politica, è legato allo sport e all’imprenditoria. Stiamo parlando di Andrea Abodi, ex presidente della Lega di Serie B di calcio nonchè presidente del Credito Sportivo. Ora è il ministro per lo Sport.
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Un nuovo dispositivo al posto del Decreto Dignità?
Abodi è stato protagonista di una serie di incontri bilaterali che si sono svolti a Parigi, presso l’ambasciata italiana. Sempre nella capitale francese, il nuovo ministro per lo Sport ha presenziato a un evento organizzato dalla Confederazione Europea di Scherma. Tuttavia non ha perso di vista uno di quelli che sembrano essere i suoi obiettivi.
Stiamo parlando della proposta di un nuovo dispositivo, che prenda il posto del tanto discusso Decreto Dignità. Le sue parole in tal senso sono inequivocabili: “Al di là di normali approfondimenti, è prioritario riconoscere diritti, e non solo oneri, a chi organizza eventi sui quali si scommette“.
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Una novità importante, presentata in un contesto non casuale. Abodi prosegue così: “È un percorso – si legge su Agimeg – che porto avanti rispettosamente all’interno del governo, e spero di chiudere nell’arco di qualche mese. Il tema delle sponsorizzazioni e pubblicità è più articolato. Include il contrasto alla ludopatia e la promozione del gioco legale, quindi tracciabilità e limiti di spesa. Va separata l’abilità dall’azzardo. Presenterò un’ipotesi che faccia emergere tale differenza e valorizzi un comprato sul quale lo Stato fa leva: le concessioni inducono un ritorno economico, quindi è opportuno che si distingua il gioco lecito da quello illegale”.
Gli operatori del gioco in Italia, ma anche tutte quelle attività a essi abbinati – in maniera più o meno diretta – potrebbero dare il via a un nuovo e improvviso countdown.