Si è finalmente conclusa una delle telenovele più squallide e meno costruttive della storia recente dello sport mondiale. L’attore protagonista (fino a un certo punto) è stato Novak Djokovic, per il quale è arrivata la notizia peggiore di tutte. Il campione serbo, infatti, non potrà prendere parte all’edizione degli Australian Open che è iniziata nelle scorse ore con i primi match di primo turno.
Una botta clamorosa per il numero 1 delle classifiche mondiali, ma che va ben al di là del puro aspetto sportivo. A giudicare dalle notizie che sono trapelate in queste lunghe e pesanti giornate, infatti, il tennista di Belgrado non esce affatto bene da questa situazione. Se non altro per il castello fatto di bugie, sotterfugi e magagne che è stato costruito pur di farlo giocare.
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Una vicenda grottesca che non insegna niente di buono.
Djokovic sconfitto fuori dal campo
Al netto degli esponenti della corrente no vax, ci sono davvero pochissimi sostenitori di Nole rimasti in circolazione. A questi si aggiungono anche i connazionali serbi che, un po’ per empatia e un po’ costreti dallo spirito patriottico, spalleggiano il loro esponente più in vista. Ma c’era davvero bisogno di arrivare a questo punto, pur di giocare e far valere la propria ideologia?
Sicuramente da parte di Novak e del suo entourage (famiglia compresa) c’è stata una caduta di stile non di poco conto. Provare a forzare un regolamento piuttosto ferreo, sia sul fronte sportivo che sul piano istituzionale, con una serie di magheggi è stata un’operazione terribile. Anche perchè a vederla non ci sono solo i tifosi, ma anche gli sponsor al quale Djokovic appare molto legato.
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Non neghiamo che ci siamo delle importanti responsabilità anche da parte di chi ha giudicato il serbo. In primis Tennis Australia che in un primo momento aveva concesso l’esenzione al campione per fagli giocare gli Australian Open. Bastava controllare meglio e incrociare i dati in maniera elementare per evitare un grosso scandalo.
Nel frattempo a Melbourne si comincia a giocare, Djokovic è stato accolto dall’inevitabile bagno di folla al ritorno in Serbia. Ma la sensazione è che da questa vicenda nessuno ne sia uscito vincitore.
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Photo credit: @edgardogulotta on Twitter