Il tracollo della Nazionale: nessuna rivoluzione, solo un po’ di coraggio

Mar 25, 2022

mancini italia

Tutti i timori del popolo italiano, almeno quello appassionato di calcio, si sono trasformati in cruda e devastante realtà. La Nazionale, per la seconda volta nel giro di quattro anni e mezzo, non ottiene il pass per i Mondiali. Ma se nel primo caso la sconfitta è arrivata al culmine di un periodo condotto con una squadra spaccata in più parti, questa volta fa ancora più male.

Anche perchè il gruppo, sano e unito almeno in apparenza, era lo stesso che aveva vinto gli Europei non più tardi di otto mesi fa. Una squadra compatta, capace di andare oltre determinate lacune, ma che nel periodo post-trionfo ha perso qualcosa. Come se aver alzato il trofeo sotto al cielo di Wembley abbia trasformato la favola in routine. E sappiamo tutti qual è il rapporto dell’Italia con la routine da mandare avanti.

 

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Una Nazionale da non rifondare

In tanti, dopo la clamorosa caduta di Palermo contro la modesta Macedonia del Nord, si sono chiesti come si può cambiare una Nazionale come la nostra. La risposta forse più fedele è che l’unica cosa da non fare è rifondare. Del resto, tranne qualche raro caso, la nostra è una rappresentativa giovane e con margini di crescita. Oltre che con la possibilità di potersi esprimere, in un futuro non troppo lontano ad altissimi livelli.

Giocatori come Scamacca (maledetto il fastidio muscolare prepartita), Frattesi, Tonali e Raspadori possono dare nuova linfa già nell’immediato. Il rientro di Spinazzola e la “chiamata alle armi” di Calabria e Luca Pellegrini può dare nuova energia sugli esterni. Così come il ritorno di Federico Chiesa, la cui assenza si è avvertita oltremisura al “Barbera”.

 

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Di certo non saranno in pochi a farsi da parte. Giorgio Chiellini potrebbe essere giunto al capolinea come Lorenzo Insigne, e forse anche Ciro Immobile.

Ulteriori alternative per un’Italia ancor più giovane? Gli epurati di Palermo come Mattia Zaccagni e Nicolò Zaniolo, ma anche altri giovani in rampa di lancio e con un buon “monte presenze” in Serie A come Tommaso Pobega e Nicolò Rovella. Il resto, ovviamente, dipenderà anche dalla scelta di Mancini se restare oppure no.


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