Koray Aldemir è senza dubbio uno dei personaggi copertina di questo 2021 che sta per chiudersi anche nel mondo del poker. Il player tedesco, ma che ormai da tempo fa base in Austria, è il nuovo detentore del Main Event delle World Series of Poker. Il tutto è accaduto in un anno particolare, ovvero quello della ripartenza degli eventi live dopo la chiusura causata da quanto è accaduto nel mondo.
Per un giocatore come lui, almeno dal punto di vista economico, si è trattato di certo di una grande vincita ma non di una “hit” singola com’è accaduto in altri casi. Koray è infatti un assiduo frequentatore degli eventi high roller, quindi ha saputo gestire nel migliore dei modi la pressione soprattutto nei momenti chiave. È senza dubbio questo uno dei segreti del suo successo.
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Ma ci sono tanti aspetti che ha saputo sfruttare al meglio, durante questi dieci giorni di battaglia.
I segreti di Koray Aldemir
Nella serata di ieri Aldemir è stato ospite del noto podcast di Doug Polk. Nel corso di una chiacchierata durata oltre un’ora e mezza, il nuovo “campione del mondo” ha fatto capire di non aver ancora potuto fare il giusto riassetto fisico e mentale, visto che è ancora in giro:
Non sono ancora rientrato a casa dopo il Main Event, devo sbrigare ancora delle cose. Quando arriverò inizierò a ragionare in maniera diversa. Voglio continuare a giocare a poker ovviamente, senza stare troppo a pensare a cosa ho vinto. Non penso di poter diventare un ambasciatore del poker, non è una cosa che mi preoccupa più di tanto.
Passando a ciò che gli è servito per vincere il Main Event WSOP, il tedesco ma ormai austriaco d’adozione ha fatto capire che il mindset, soprattutto nel confronto con un field così numeroso e competitivo, è stato fondamentale:
Mi sono semplicemente goduto il gioco, non ho pensato a cosa poteva accadermi. La cosa più divertente è stato credere di essere migliore rispetto al field che ho affrontato. Vincere il Main Event è possibile anche se non si è il migliore nel field
In tal senso, l’aver frequentato a lungo gli eventi high roller gli ha consentito di gestire al meglio la pressione ai tavoli. Soprattutto contro avversari che spesso hanno abusato dello shot clock. Uno strumento che Aldemir considera comunque utile:
Ho giocato tantissimi tornei con lo shot clock, ne sono un grande fan. Funziona un po’ come negli scacchi, se hai bisogno di più tempo per prendere una decisione lo usi. Nel Final Table eravamo esausti, non so quanto potesse realmente aiutare, ma supporto in pieno questa implementazione. In altri contesti funziona benissimo, nel poker può funzionare.
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I consigli per fare strada nel poker
Entrando più nello specifico, Koray ha parlato anche di alcune mani in cui il suo body language è stato a dir poco pittoresco. Il vincitore del Main si “giustifica” facendo capire che in casi del genere ci si lascia trasportare dalle emozioni, a prescindere dal valore di una mano che può valere il nuts o un bluff pieno:
Ci sono state diverse mani in cui ho tentato di bluffare, quando giochi in spot così grandi è normale essere nervosi. In momenti del genere pensi “ok, sei a un Main Event WSOP e stai freerollando” e lasci tempo al tuo avversario per decidere. Specialmente quando sei dentro a quella che è la mano del torneo.
Come sempre accade in interviste di questo tipo, la conclusione è riservata ai consigli che Koray Aldemir rivolge a chi vuole intraprendere una strada che porti al professionismo nel poker:
È importante divertirsi quando si comincia a giocare, senza pensare troppo ai soldi. Quando ho iniziato a giocare pensavo solo a divertirmi, sia con i videogiochi che con le carte. Vincere non deve essere la cosa più importante nei primi tempi, poi un giorno potrai anche diventare un professionista ma prima devi tenere sotto controllo questo aspetto. Il poker è un gioco divertentissimo
