‘Trueteller’ a nudo: Dal suo stile di poker al primo tilt dopo 6 anni di High Stakes

Da piccoli giocatori di poker quali quasi tutti noi siamo, i top player degli high stakes sono sempre figure affascinanti, da cui si trova sempre qualcosa da imparare se vogliamo essere come loro.

Questa intervista a Timofey ‘Trueteller’ Kuznetsov, che risale all’anno scorso, non avrà grossi contenuti tecnici, ma ha risvegliato il nostro interesse nel capire meglio una delle figure più importanti del poker mondiale.

…e poi quando vi ricapita di trovare un giocatore che scopre il tilt dopo aver giocato milioni di mani ai limiti più alti possibili?

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Qual è il risultato che hai ottenuto di cui sei più orgoglioso? 

Direi il modo in cui gioco a poker oggi. Non do molto valore ai risultati nei tornei o cose del genere. Penso che sia davvero difficile giocare molto bene, quindi direi che quello è il mio successo più grande. 

Qual è il tuo stile di poker? Come lo descriveresti a chi non segue il poker High Stakes? 

Provo a non mettere troppa pressione e a non impazzire troppo, ma direi che invece spesso impazzisco un po’, e allora devo cercare di controllarmi. 

Perché giochi a poker? 

Mi diverte davvero. Mi piace proprio giocare, amo la competizione, giocare nel senso generale. Quando ero un bambino giocavo ad ogni genere di gioco. 

Non stanca mai? 

Beh, se giocassi un solo genere di poker probabilmente mi annoierei. Ricordo che quando giocavo solo No Limit Hold’Em a un certo punto ero abbastanza stufo, non mi divertivo davvero. Ora gioco 15 tipi di poker diversi, cambio sempre ed è sempre una sfida per la mia mente. È questo che mi piace. 

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Quali sono le sfide di essere un professional poker player high stakes? 

Direi che la gente non è consapevole di quanto sia difficile gestire le proprie emozioni. Quanto è difficile riuscire a giocare molto anche quando perdi, riuscire a giocare bene, specialmente live. Credo che questo genere di cose sia sottovalutata dalla gente. 

Come hai fatto a migliorare, ad evolvere questa skill? 

È stato strano per me, magari è normale ma io non me lo aspettavo. Quando ero molto introverso, la mia “ampiezza” emotiva era abbastanza bassa, non vivevo grossi alti né bassi, quindi non sentivo molto. Da quando sono diventato più sociale ed emotivo ho cominciato a provare più emozioni, e a realizzare cosa sia il tilt. Alla fine ho affrontato questa cosa e imparato a combatterla, e direi di aver fatto un buon lavoro. 

E come hai fatto? Hai vissuto l’esperienza e hai deciso di non ripeterla? O sei andato da un terapeuta?

In effetti ho parlato un paio di volte con Elliot Roe, e lo ho trovato molto d’aiuto. È divertente che io ho provato un briciolo di tilt per la prima volta dopo sei anni di carriera o cose così.

Non penso che tu possa fermare il tilt semplicemente andando duro “Non lo farò mai più!”, non credo possa funzionare. Ho cercato le ragioni, capire perché tiltassi.

Potrebbe attivare qualcosa nel profondo, la situazione innesca qualcosa, e devi capire esattamente cosa stia succedendo. Da quando ho capito questa cosa su di me, cosa venisse “triggerato”, ho risolto il 75% del problema.

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Photo credits: Party Poker