Siamo al paradosso! In un panorama online non pulito, dove qualche imbroglione schiera dei bot a rubare soldi ai giocatori, arriva qualcuno capace di contrastarlo e il ban se lo prende lui!Â
Un’ingiustizia bella e buona, a prima vista, un mondo pieno di ladri in cui l’unico ad essere punito è Robin Hood. Ma prima di urlare allo scandalo e desiderare giustizia ci sono comunque implicazioni etiche che vanno considerate.
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Peter Falconer: bannato per vincere contro i bot
Partiamo dalla storia, riportata da Poker.org. Il protagonista è Peter Falconer, che a febbraio si è unito a un gruppo che aveva come obiettivo fare leva sui dati raccolti ai tavoli per exploitare il numero crescente di bot su Ignition Poker.Â
Per due mesi c’è stato studio e gioco, studio e gioco, e solo ad aprile Falconer ha vinto qualcosa come $51.000. A questo punto Ignition ha richiesto una serie di documenti, immediatamente forniti, e bloccato l’account per un paio di mesi.
Il 3 luglio l’account è stato sbloccato, Falconer era felicissimo, ma poi si è accorto che aveva possibilità di giocare solo al casinò, e che al poker fosse ancora sotto restrizioni.
L’assistenza clienti non ha collaborato in nessun modo, senza fornire motivi per il ban. Un problema per il poker player, perché gioca il 95% del tempo su quella piattaforma, una delle uniche a cui ha accesso.
Come exploitavano i bot
“I bot fanno delle cose molto specifiche. Ecco un esempio a random: vanno in leading su texture che non dovrebbero avere nessun lead, e pure per size elevate! Giocano in un modo non ortodosso.Â
C’è una linea che i bot usavano, dove cercavano di entrare in 3-way contro di te. Volevano a tutti i costi arrivare al river insieme per schiacciarti tra raise per buttarti fuori dal pot. Qualcuno di noi si è accorto che bastava arrivare al river e non foldare mai per vincere un alto numero di blinds.Â
Poi è stato postato su Twitter con 20 mani esempio, e dal giorno dopo questa cosa è scomparsa, non l’ho più vista.”
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È giusto battere i bot?
Il primo istinto è quello di dire di sì, perché è il normale sentimento di giustizia e rivalsa: loro rubano soldi, io rubo soldi a loro. Nessuno può dire nulla.
Ma ci sono vari dilemmi al riguardo, per esempio se per battere un bot ti macchi di cheating a tua volta, è come commettere un crimine per punire un crimine. Ovviamente sbagliato.
Il principale però è rischiare di passare dal “punirli” a “sfruttarli”, e diventarne quindi complici. Se si comincia a speculare su questi bot, magari senza segnalarli, di fatto li si sta usando per prendere soldi da tutto il field. I bot derubano i fish, noi derubiamo i bot.
Dal lato di Falconer, sembra che il problema non si ponga. Il protagonista di questa storia sostiene che il suo gruppo non faccia collusion per vincere, ma unisca le forze negli studi per imparare a batterli.
E inoltre sono tutti perfettamente consapevoli che la situazione non sia sostenibile, anche se in questo momento stanno vincendo. Infatti, le critiche sono rivolte alla room che a detta loro non fa abbastanza per eliminare il problema, in particolare non accettando l’aiuto di questo gruppo di studio che potrebbe fornire mezzi per individuare gli account sospetti.
“C’è un gruppo di player high stakes che indaga e informa. Poi vengono fatte le indagini e l’account viene bannato se è un bot. Ma in questo caso non c’è nulla. È il wild west là fuori, e un player legittimo viene bannato mentre i bot dilagano.Â
È quantomeno incompetenza, ma anche la non volontà di fare qualcosa per il problema. E possiamo solo speculare sul perché. Io vorrei il mio account indietro e far partire un mass ban, potremmo essere di aiuto e lo faremmo gratis!”
