Il gioco che ci piace tanto e del quale scriviamo ogni giorno da diversi mesi potrebbe sembrare semplice alla maggior parte delle persone che lo osservano dall’esterno. Soprattutto quando c’è da portare a casa dei piatti che in realtà si rivelano più complicati del previsto. Come nel caso in cui chiudiamo il poker, ovvero il punto che dà il nome al nostro gioco, quello maggiormente ambito.
Proviamo a spiegare un metodo per ottenere i massimi quando si chiude il quads. E lo facciamo attraverso un esempio pratico che ci viene portato da un certo Steve O’Dwyer. Il campione irlandese si è reso protagonista di una mano in una vecchia edizione dello European Poker Tour, che vogliamo rivivere passo dopo passo.
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Steve porta a spasso Paintling
Siamo in heads up e Paintling gioca con K-5 di picche i 160.000 necessari per chiamare il raise 3x di O’Dwyer con 10-8. Il flop recita 8-8-J e presenta anche due picche: il terreno perfetto per preparare qualcosa di pazzesco. Steve punta 300k e trova il call titubante del suo rivale.
Il turn è un Quattro di picche che chiude clamorosamente il flush a Paintling, che lascia ancora una volta l’azione al suo avversario. O’Dwyer punta ancora half pot, ovvero 600k, ma non bastano perchè Paintling mette 1.425.000 chip al centro. A quel punto non ci sono alternative: foldare e lasciare il piatto oppure andare ai resti, visto che Paintling giocherebbe il river con 3 milioni e mezzo dietro su un piatto da oltre 4 milioni. Così il push e il conseguente call sono automatici.
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Al river la sorte volta le spalle a Paintling e sorride a O’Dwyer che trova l’ultimo Otto del mazzo, quello di Fiori. Un Otto che gli regala il piatto, l’heads up e il Main Event del Grand Final EPT del 2013.
Troppo facile fare poker e vincere i massimi in questo modo, vero?