Un grande giocatore di poker non si riconosce solo da come riesce a gestire una situazione di vantaggio in una mano, con la possibilità di trarre il massimo profitto. E nemmeno solamente da come riesce a limitare le eventuali perdite durante un singolo colpo. Certe volte è necessario misurare le proprie abilità anche in situazioni decisamente più border line nel corso di una mano.
Il caso specifico, di cui abbiamo deciso di occuparci in questo caso, vede come protagonista Daniel Negreanu. Nel suo caso andiamo sul sicuro, visto che la sua abilità sia nella gestione delle mani che nella lettura degli avversari è ai massimi livelli. Ma nella giocata in questione il canadese mette in pratica un’arte sopraffina, che è quella dell’induzione al bluff.
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Nel colpo contro David Coleman, D-Negs fa vedere quanto sia proficuo riuscire a leggere il bluff dell’avversario e indurlo a scaricarci addosso una vera vagonata di chips.
Daniel Negreanu e la bluff induction
Situazione: heads up livelli 25.000/50.000 big blind ante 50.000
Preflop: Coleman fa call da bottone con 10♥8♣, Negreanu sceglie di checkare con 7♣4♦.
Flop: 7♥6♦2♣ – Il canadese questa volta gioca in check-raise, rilanciando a 150.000 dopo la puntata da 50.000 di Coleman che poi opta per il call. A questo punto la situazione cambia in maniera radicale.
Turn: 5♦ – Negreanu prende il comando delle operazioni e punta 250.000 su un pot di 450.000. David Coleman ancora una volta opta per il call andando a caccia del gut shot.
River: 7♦ – Daniel cambia nuovamente marcia e torna a checkare, inducendo Coleman a puntare 850.000 su un pot da 950.000. Arriva poi il call del canadese, quello che gli regala un monster pot.
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Una vera opera d’arte
Negreanu parte da un presupposto fondamentale, ovvero sapere di avere davanti a sé un giocatore molto aggressivo. La scelta di fare check-raise al flop è legata al fatto di avere un pessimo kicker da accompagnare alla sua middle pair. Coleman gioca, forte di due overcard e di un gut shot che al turn diventa un progetto di bilaterale.
A quel punto Daniel cerca di trarre ulteriori informazioni dalla mano del suo avversario puntando poco più di metà pot. Una scelta che si rivela vincente, visto che il call di Coleman ne svela una mano ancora in costruzione. Il river è la carta perfetta per indurre David al bluff: così Negreanu lascia l’azione al suo avversario che ci casca con tutte le scarpe. La puntata tra l’altro non lascia fold equity a Coleman, che mette 850.000 su uno stack residuo del canadese di circa 1.200.000 chip.
Alla fine Negreanu fa call e ribalta la situazione dell’heads up, ma spiega in maniera ancor più importante quanto sia rendersi conto della presunta forza della mano dell’avversario.