C’è chi dice che per vincere un torneo di poker sia necessario piazzare, almeno una volta, un bel bluff.
Sbagliato. Purtroppo non esiste una regola precisa a riguardo: il bluff, più semplicemente, è parte integrante del gioco e non importa quanti se ne mettono a segno. La vera discriminante risiede nel quando e nel come.
Per farlo occorre capire chi si ha davanti, costruirsi un certo tipo di immagine e mantenere il sangue freddo quando il momento è più opportuno.
Sfumature che un giocatore come Dario Sammartino conosce a menadito, come dimostrato al Day1 dell’ultimo Main EPT in quel di Praga.
Selezionare la preda
Dario Sammartino e Giuseppe Ruocco si trovano al tavolo assieme, l’uno dalla parte opposta rispetto all’altro.
Assieme a loro un giocatore a dir poco allegro, cui piace entrare nella maggior parte dei piatti e provare a combinarla in ogni circostanza.
Seguiamo Peppe da vicino e assistiamo alla prima sbracciata del nostro uomo misterioso: in blind war Ruocco checka dietro dopo il limp dell’avversario, che punta 1 big blind su J♣ 9♥ 3♣. Call.
Su 4♥ arriva la second barrel per circa il 40% del pot e su Q♠ che non chiude flush draw, l’Opponent spara una bet close to pot.
Peppe ci pensa un po’ e si prodiga in un hero-call con 7♣ 9♦, mentre l’avversario mostra King High e getta le carte nel muck.
Due indizi fanno (quasi) una prova
L’aciton prosegue e Peppe si trova a giocare un altro bel piatto contro lo stesso avversario.
Stavolta si trova da SB e dopo l’open limp da BTN del nostro uomo misterioso Ruocco isola per quasi 5 big blind: passa BB e flatta BTN.
Su flop Q-8-6 rainbow Peppe spara la prima a circa 1/3 pot, call.
Su turn 7 arriva il check-call sulla bet half pot dell’Opponent che ci riprova su river Asso dopo il nuovo check di Peppe: call con A-Q e l’avversario mostra nuovamente King High, stavolta accompagnato da un 4.
Affondare il colpo
Dopo aver assistito in prima persona alle suddette mani, rimango a scambiare qualche parola con Peppe mentre l’azione si sposta dalla parte opposta del tavolo.
Stavolta è Sammartino a fare azione, aprendo da CO con circa 50x di stack sul Big Blind del generoso benefattore che, puntuale, difende.
Il flop recita K♦ 7♠ 2♦ e l’Opponent decide di prendere l’iniziativa puntando 1/3 pot: Dario lo guarda in cagnesco e decide di giocare:
“Su questa move Dario non passa nulla di quello che ha aperto” – commenta Peppe in diretta.
Al turn arriva un Jack e l’avversario fa nuovamente azione per primo puntando quasi la stessa size adottata al flop che diventa circa 1/4 pot.
Dario rilancia la bet di 8.000 mettendone al centro circa 32.000, call.
Il river è un altro Jack che accoppia il board, l’Opponent spara un bel 40% pot (circa 30.000 gettoni) e Dario shova pot committed per qualcosa come 70.000 chip.
L’uomo misterioso ci pensa un po’ e passa, mentre Sammartino abbozza un sorriso e mostra le sue carte, Q-3 suited, prima di raccoglire le chip e impilarle una sull’altra.
Se vi piacciono i nostri contenuti iscrivetevi al nostro gruppo su Facebook!
Photo Credits: Stefano Atzei