Lo squeeze è la mossa di rilanciare preflop quando c’è già stato un raise precedente e uno o più giocatori hanno deciso di chiamare.
È una tattica molto interessante nel poker, estremamente funzionale ai bassi livelli ma comunque molto valida anche quando si sale di stake.
Il vantaggio principale dello squeeze è la possibilità di vincere un bel piatto uncontested, cioè quando tutti gli avversari foldano, e quando invece trova un call o una 4-bet, spesso scatena una serie di overthinking che possono potenzialmente metterci in una situazione di vantaggio.
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Cosa è uno squeeze
Si dice squeeze o in forma di verbo italianizzato “squeezare”, l’azione di rilanciare solitamente con una size bella importante dopo un precedente raise e uno o più call.
Per esempio, il giocatore da HJ rilancia 3x ricevendo i call di BTN e SB. Se il BB rilancia 15x sta effettuando uno squeeze.
Questa move ha il vantaggio di approfittare delle ottime pot odds che ci troveremo a disposizione e dell’altrettanto buona fold equity.
Le possibilità infatti sono molte: se tutti foldano vinciamo un buon piatto senza difficoltà, se un giocatore chiama giocheremo con vantaggio di aggressione e di range, se più giocatori chiamano avremo gli stessi vantaggi anche se più marginali, e se qualcuno 4-betta allora si presenta lo scenario più difficile per noi.
Il fattore a cui tutto gira intorno qui è solitamente il range di open dell’original raiser: se avremo buone probabilità di portarlo al fold saremo al sicuro perché i caller dopo di lui teoricamente non dovrebbero avere mani sufficientemente forti per chiamare.
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Questo ci permette spesso di avere dei range di squeeze un po’ più light, cosa che sfocia nel metagame quando gli avversari sono capaci di capirlo, e potenzialmente portarli a compiere move azzardate come 4-bet in bluff un po’ troppo a cuor leggero.
Tornando alla tecnica, come dovrebbe essere composto il nostro range di squeeze? Ovviamente questo deve dipendere prima di tutto dal range del primo raiser (i range dei caller hanno rilevanza ma minore) più quel range è tight, più dovrà esserlo anche il nostro.
Certamente le mani di valore QQ+, AK saranno sempre presenti, e se il range avversario è ampio possiamo aggiungerci anche JJ, TT, AQ.
Per quanto riguarda la parte di bluff dovremo pensare a mani che possano avere una buona equity se ricevono un call e a buoni blocker contro le mani con cui gli avversari potrebbero continuare.
Quindi mani come AJ, ATs, KQs, QJs e simili sono le più raccomandate, anche se a prima vista potreste non identificarle come bluff, ma davanti a una 4-bet dovrebbero spesso mollare la presa.
Sia per quanto riguarda il range che per la size, un elemento da considerare è la posizione relativa: in posizione potremo aggiungere qualche bluff più puro e usare size lievemente inferiori, mentre fuori posizione sarà meglio stringere un po’ i range e allargare la size.