Il weekend di campionato che ci siamo appena messi alle spalle ci ha regalato tanti spunti degni di nota. In particolare ce n’è uno che è anche uno dei più freschi nella nostra memoria e che dimostra che il talento non ha età. Ovviamente il protagonista di questa storia risponde al nome di Zlatan Ibrahimovic, che è tornato a essere il punto fermo del Milan che torna in testa alla classifica.
I rossoneri hanno vinto una partita decisamente impegnativa, ovvero quella dello Stadio Olimpico contro la Roma. Non sono mancati i veleni per via di alcune decisioni arbitrali prese dal signor Maresca, ma alla fine quel che resta sono le giocate dei campioni. Lo svedese campione lo è ormai da quasi venti anni e continua a dimostrarlo, a dispetto di una carta d’identità impietosa.
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Al di là di questo, però, arriva la dimostrazione che la classe e la forza non hanno età.
Ibrahimovic sopra ogni cosa
Ibra è stato, nella sfida contro la compagine giallorossa, la rappresentazione vivente del concetto di fattore all’interno di una partita. Il gol su calcio di punizione è stato abbastanza indicativo del fatto che il numero 11 era chiaramente sul pezzo. Compresa la sua esultanza, con una gestualità chiara che ha anche acceso ancor di più il pubblico di fede romanista. Ma nulla è riuscito a scalfire Zlatan.
Il 40enne era riuscito anche a raddoppiare su assist di Kjaer, ma un fuorigioco leggero gli ha negato la doppietta. La sua volta di essere decisivo per questo Roma-Milan non si è dunque saziata, ci è voluto un contatto falloso subìto da Ibanez ha portato al calcio di rigore che ha di fatto deciso la gara: Kessie è stato glaciale, calciando il penalty che in altri tempi sarebbe finito tra i piedi dello stesso Ibra.
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Più forte dei fischi, più forte delle polemiche arbitrali, più forte delle provocazioni e persino dell’età che avanza. In due parole: Zlatan Ibrahimovic.