Jonathan Little spiega: Pot Commitment? Non sempre!

Nov 25, 2023

Come pensare in termini di range - una guida di Jonathan Little

Siamo sempre committati in un pot di una mano contro un giocatore più short? Qualcuno potrebbe pensare di sì, ma non è sempre così. A spiegarlo, con un lungo articolo pubblicato sul sito di CardPlayer, è stato Jonathan Little. Il noto giocatore e coach statunitense ha approfondito una faccenda che da sempre è molto chiacchierata, specie tra i giocatori più skillati. E da lui arriva una risposta abbastanza chiara: il pot commitment non è sempre obbligatorio.

 

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Jonathan Little e il pot commitment

Jonathan Little si è affidato a un esempio. Stiamo giocando un torneo da 500 dollari di buy-in, a livelli 200-400 con un big blind ante da 400. Un recreational player rilancia a 800 da UTG, con uno stack effettivo da 12.000 chips. Noi abbiamo AK da bottone e, dopo un call da cut-off, optiamo per una 3-bet a 2.100 chips.

Probabilmente avremmo potuto 3-bettare più lunghi. Anche perchè i nostri opponent sono indotti a chiamare con un range più ampio e meno riconoscibile per noi. Come previsto chiamano entrambi, il board sale a quota 7.300 e il flop recita A85. Dopo il doppio check tocca a noi che c-bettiamo a 3.300, una size ideale.

Se chiamasse anche un solo giocatore il pot sarebbe a quasi 14.000 con uno stack rimanente di circa 6.500, quindi con la possibilità di shovare su quasi tutti i turn. Una c-bet più lunga, inoltre, avrebbe indotto gli avversari a foldare anche con mani di valore, come una second pair o coppie come 9-9.

 

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Non basarti sullo stack investito

Alla fine dei conti arriva un solo call. Il turn è un 9 e il giocatore UTG shova come previsto. Per noi il fold è abbastanza semplice. Sappiamo di essere in vantaggio solo su coppie over-playate e draw ancora aperti. Ma ci sono mani come AΧ9Χ e 9Χ8Χ che ci costringono a inseguire, oppure 7Χ6Χ che ci rende già drawing dead. Alla fine arriva il call, che si rivela sbagliato perchè opponent gira 76.

Molti giocatori amatoriali parleranno di cooler. Bisogna invece realizzare che opponent aveva un range molto forte e il fold in questi casi è la scelta giusta.

In conclusione, Jonathan Little ci porta un concetto fondamentale: non bisogna pensare di essere “pot committed” solo per aver investito metà stack in un singolo pot. Se c’è la possibilità molto forte di essere drawing dead, non si è mai “pot committed”.

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