In che modo gli stack in Big Blind stanno cambiando i tornei MTT di poker online

Lug 22, 2020

mustapha-kanit-stefano-aztei

Lo avrete notato anche voi: dopo l’introduzione della feature per convertire automaticamente gli stack in Big Blind verso la fine del 2019 – CLICCA QUI per scoprire come visualizzare gli stack in BB su PokerStars – la sensazione è che qualcosa sia cambiato.

Certo, chi era abituato ad usare un HUD non sarà rimasto sconvolto da questa, apparentemente insignificante, modifica. La differenza principale però è stata notata dagli amatori, che da un giorno all’altro si sono trovati uno strumento utilissimo per semplificare i calcoli.

Cosa cambiano gli stack in BB

I romantici del gioco, non appena l’opzione è stata messa a disposizione tra le opzioni delle varie poker room – ormai quasi tutte hanno questa peculiarità – hanno subito storto il naso.

Altri ancora si sono subito adeguati, altri ancora dopo un periodo iniziale di diffidenza si sono poi arresi all’estrema praticità dell’avere uno stack espresso in Big Blind.

Addio size fantasiose

Non so bene quanti di voi abbiano passato la fase delle size creative, per cui invece di fare una bet da 10.000 chip (per fare un esempio) si arrivava a scrivere 9.999 o qualcosa di simile.

Dei ricamini fatti ad hoc, almeno negli intenti di chi le mette in atto, utili a confondere le idee all’avversario.

L’introduzione di una finta informazione nella speranza (non si sa bene in che modo) che gli altri possano essere tratti in inganno, poteva avere un senso quando TUTTI QUANTI utilizzavano lo stack in chip.

Ma se pensate di “combinarla” a qualcuno puntando 13.999 gettoni (magari anche perché vi gasa far comparire il pilone di chip nella scarna grafica della poker room) quando dall’altra parte comparirà un semplice 3.5 big blind vi sbagliate di grosso. Ora più di prima.

Si gioca meglio?

Di primo acchitto la risposta è affermativa. Specialmente in quelle fasi di gioco dove i bui hanno raggiunto un livello altissimo e gli stack in gioco hanno 6/7/8 cifre, non è così immediato capire quanti big blind si hanno a disposizione, quanti ne sono stati puntati e via dicendo.

Non che si tratti di calcoli incredibilmente difficili, ma non vi è alcun dubbio che per un amatore trovarsi a chiamare un all-in aggiungendo 7 big blind, piuttosto che 5 milioni di chip, non è esattamente la stessa cosa.

Questo capita ancor di più nelle decisioni borderline, come ad esempio nei tornei a taglie dove calcolare le odds assieme all’added della taglia potrebbe rivelarsi più macchinoso del previsto.

La percezione del torneo

Una delle cose che saltano subito all’occhio e che non è affatto banale per chi ha approcciato da poco il Texas Hold’em, è che lo stack espresso in big blind “diminuisce” ad ogni cambio di livello.

O meglio, lo stack rimane sempre lo stesso, è la relazione tra questo e i blind a variare. Se si sta attenti probabilmente non si coglie differenza alcuna tra le due opzioni, ma dal lato pratico le differenze ci sono eccome.

Trovarsi con 1.500.000 chip al cambio di livello o con uno stack che passa da 42 a 35 big blind non è la stessa cosa per un giocatore occasionale.

Nel primo caso sono i blind ad aumentare, ma lo stack rimane invariato, mentre nel secondo sembrerebbe quasi che qualcuno ci abbia sottratto delle chip.

E quando non si ha troppa dimestichezza col gioco, vedere il proprio stack “assottigliarsi” (ovviamente sappiamo bene che sono i blind ad aumentare e non lo stacka ridursi) può indurre a giocare in modo scriteriato nel tentativo di mantenere la media (espressa in bui) .

Ora la parola spetta a voi: quanto e in che modo l’introduzione dello stack in big blind ha cambiato la vostra esperienza di gioco?

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