Il trionfo a Parigi del nostro connazionale Alessandro “Deneb93” Pichierri è stato un orgoglio per l’intero panorama pokeristico italiano. Il player romano, che da anni si è stabilito a Malta, si è piazzato al primo posto dell’evento High Roller che ha concluso il programma parigino del WPT.
Alessandro grazie al suo talento ed esperienza è riuscito ad intascarsi il trofeo e ben 95.000€ di montepremi. Potevamo non intervistarlo? Ecco l’intervista che abbiamo avuto con questo ragazzo umilissimo e disponibile, rilasciata gentilmente proprio al suo ritorno da Parigi!
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L’intervista a Alessandro “Deneb93” Pichierri
Ciao Alessandro, e grazie per aver accettato quest’intervista con noi di Grinderlab! Nonostante tu sia nel panorama già da un po’ di tempo, riusciresti a descriverti in breve per chi non ti conosce? A cosa giochi di solito?
“Ciao a tutti! Mi chiamo Alessandro Pichierri e solitamente gioco col nome di Deneb93, anche se mi capita di usare altri nick. Gioco a poker da quasi 10 anni, precisamente dal 2014. Per i primi 6-7 anni ho giocato solo online o in live a Malta, perché ci vivo. Negli ultimi anni ho invece iniziato a spostarmi per una questione di piacere e necessità, rendendomi conto che i tornei dal vivo sono molto più soft e facili di quelli online. Ho quindi iniziato a giocare in modo ibrido, a parer mio il giusto mix per poter far bene, dato che il live ti da molte più possibilità di avere dei colpi life changing, altrimenti molto rari.”
Il successo che hai ottenuto all’High Roller del WPT Paris 2023 è stato grandioso! Ci racconteresti la tua versione? Qualche spot in particolare?
“Il torneo è andato bene anche grazie alla chip leading che ho mantenuto per quasi tutto l’arco del day. A parte il breve momento in cui l’ho persa, non credo di esser mai stato in difficoltà. Di rilevanza è stato uno spot che ho avuto con 13 left al torneo. Mi sono trovato ad affrontare il BB (uno dei 3 reg rimasti) da chip leader in button con pocket aces. Lui era terzo nel counting, con QQ in mano e 40 bui circa. Dopo averlo battuto mi è dispiaciuto veramente molto, essendo stato molte volte dal lato sbagliato del cooler e sapendo cosa si prova. Questa hand mi ha portato a circa 13M di chips e, considerando l’average che era a circa 3M, da li è stato tutto in discesa.”
Che differenze hai notato rispetto ad altri eventi in cui hai giocato? Credi che questo sia il tuo miglior risultato?
“Questa trasferta al WPT Paris è molto valida perché rispetto ad altri eventi (EPT, tappe PokerStars, WSOPE) dove ci sono i regular più forti al mondo, hai dei vantaggi enormi competendo in un field dove il livello si abbassa. Sono pochi i giocatori preparati e si ha quindi un ROI atteso più alto. Personalmente conoscevo il field francese, e credo che i nostri cugini d’oltralpe abbiano alcune lacune come noi italiani. Sono però molto più aggressivi e possono metterci in difficoltà in alcuni spot. La gioia più grande della mia carriera è chiaramente il The Closer alle WSOPE Rozvadov, ma questa non è da meno. Vincere in live porta sempre molte emozioni positive che giocando in rete davanti un PC non si hanno. Avevo già un trofeo WPT, vinto in un Side Event di Madrid. Con tutti i trofei che avrei potuto ottenere adesso ne ho in bacheca due uguali!”
Sei stato molto esaustivo! Stai continuando a studiare? Su cosa ti stai soffermando ultimamente?
“Essendo un tipo che si è sempre basato sull’intuito, nell’ultimo anno mi sto convertendo allo studio dei solver. Ho realmente capito il valore che hanno questi software. Voglio impegnarmi per mettermi al passo perché dopo 7-8 anni di gioco la mente inizia a pensare in modo meccanico. Quando è cosi il gioco deve adattarsi e cambiare. Per me adesso è una fase di transizione dove passo il tempo a rivedere le hands, evolvendo il mio gioco in modo elaborato senza lasciare niente al caso. Quando ho iniziato non esistevano solver e analizzatori di mani. Grazie a questi, i ragazzi più giovani hanno appreso cose che gli old school come me hanno appreso dopo tempo, rendendo obbligatorio il bisogno di studiare.”
Dove speri di arrivare col poker in futuro?
“Principalmente ho due obiettivi. Uno è guidato dalla mia competitività, ovvero quello avvicinarmi ai migliori del mondo diminuendo la distanza che ci separa, sia nelle tappe live che online. L’altro, è che in futuro vorrei giocare a poker per piacere e non più per lavoro. Ho spinto tantissimo in questi 8-9 anni e voglio iniziare a raggiungere una certa stabilità. Il gioco ti prende a 360 gradi, e molti poker players di solito trascurano la propria vita per questo. Per conto mio, non vorrei trovarmi a 40-50 anni senza niente intorno a me. È a questo che punto: voglio si raggiungere il livello più alto possibile, dando però priorità all’avere una vita sana ed equilibrata, con affianco le persone che voglio e mi vogliono bene.”
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