Fino a qualche anno fa il suo nome spuntava un giorno sì e l’altro pure su blog e forum pokeristici.
Sia per un hero call esaltante che per qualche capriola occorsa nelle sessioni di cash-game, Andrea Crobu era sempre sulla bocca di tutti.
Un pesante scam subito da un amico fidato, pour parlerer, sembrava essere stata la causa principale del suo allontanamento dalla scena del poker nazionale.
A 25 anni appena compiuti – lo scorso 4 novembre ndr – Andrea Crobu torna a parlare di sé con gran disinvoltura e non senza un filo di nostalgia. Per quel che sarebbe potuto essere e invece non è stato.
Lo scam? Non è stato quello il punto più basso
“Era da un paio d’anni che non facevo interviste e sono un po’ scomparso nell’ombra. Tutti pensavano che il problema fosse lo scam ricevuto, ma non c’entra. Si trattava di una somma che mi veniva sottratta mensilmente dal mio profit e sì, alla fine dei conti la cifra era molto alta, ma quell’anno ho vinto bene e non mi ha spostato più di tanto.
I problemi sono arrivati quando ho cominciato a giocare high stakes: lì ho subito un brutto swing che mi ha veramente tagliato le gambe. Sono sceso ai limiti più bassi perdendo nuovamente e ho deciso di fermarmi per qualche mese. Avevo ancora il roll per tornare a giocare i limiti abituali sul ‘punto it’, ma mentalmente la botta era troppo forte, avevo paura di swingare di nuovo tutto.”
Un percorso a ostacoli
“Ho sempre avuto un gioco ad alta varianza, sin da quando ho mosso i primi passi, ma queste botte mi hanno fatto un po’ preoccupare. Quindi ho contattato Gabriele Lepore che mi ha proposto un progetto molto interessante con gli MTT e ho cominciato a collaborare con lui. Sfortunatamente, proprio il giorno del primo è shot a un torneo ICOOP, sono stato hackerato e tutto il lavoro fatto in precedenza è praticamente svanito nel nulla.
Oltre ai soldi ho perso anche tanto tempo, almeno un paio di mesi per rifare conti, carte e via dicendo. Insomma, un’altro duro colpo che è stato difficile da digerire. Questo è accaduto a novembre dell’anno scorso, da lì in poi pausa fino a marzo, dove ho ripreso a giocare l’ICOOP e ho swingato qualche ‘kappa’.
Ho fatto un’altra pausa e ho ripreso a giocare solo quest’estate. Vinciucchio qualcosa anche se mi accorgo di non essere più me stesso: approccio il gioco male, ho un mindest bastardo e gli avversari sono preparati di me. A dir la verità quest’anno ho studiato migliorando il mio aspetto tecnico, ma non ho lavorato su quello mentale che in questo gioco è essenziale.”
Un futuro lontano dal poker?
“Non so sinceramente cosa fare in futuro, l’obiettivo rimane sempre quello di trasferirsi all’estero e giocare sul ‘dot com’, ma ora non ho più il roll per affrontare certi swing. Sinceramente non so più se continuare col poker, perché anche se so di poter fare benissimo non ho più la testa né la voglia di ricominciare. Non so cosa ci vorrebbe per risollevarmi del tutto, sicuramente giocare con uno stato d’animo come il mio non aiuta se si vogliono fare soldi.
Insomma, per il futuro non ho progetti. Il sogno è sempre stato quello di vivere assieme a qualcuno che gioca i miei stessi limiti, crescere insieme e magari abbinare l’online con qualche trasferta live. Vivendo a Malta o Barcellona sarebbe stato più semplice, o anche Vienna…Di sicuro dalla Sardegna è molto più difficile combinare le due cose, per ovvie ragioni.
Che dire, mi hanno distrutto e ho distrutto con le mie stesse mani quel che ho coltivato. Molti saranno contenti di questo mio ‘fallimento’, ma rimango orgoglioso di quello che ho fatto, di ciò che ho vinto e costruito partendo da zero, di quel che mi son potuto permettere. Ho conosciuto tantissime persone, diverse amicizie: alcune si son rivelate un male, altre un bene. Questa avventura col poker la prendo come un’esperienza e deciderò in futuro se porgli fine o se continuare in questo mondo. Ora non so ancora cosa fare.“