La sacra arte del bluff è qualcosa che bisogna saper fare nel migliore dei modi. Bluffare giusto per farlo, sia nel breve che nel medio-lungo periodo, è un mezzo che ti accompagna molto rapidamente verso il fallimento della tua esperienza di gioco. Per questo motivo è sempre bene affidarsi a chi fa di questa arte un vero marchio di fabbrica. Come nel caso di Alex ‘assassinato’ Fitzgerald, il quale ha fornito cinque consigli molto utili da seguire.
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I consigli per un buon bluff
In primis Fitzgerald sostiene che per fare un buon bluff bisogna “puntare” i giocatori che giocano con un range di carte assai debole.
Si parte da chi gioca da big blind, una posizione dalla quale a nessuno piace foldare. Proprio questo è un range assai facile da attaccare, perchè spesso e volentieri si fronteggia un player che gioca con “carte spazzatura”. Un altro range da sfidare spesso è quello dei giocatori che cold-callano preflop con una certa regolarità. Questa è solitamente gente che ama guardare il flop, per poi foldare spesso e volentieri.
Chi è facilmente “attaccabile” in bluff è chi gioca in maniera passiva dei board abbastanza coordinati. Ad esempio chi ha coppie forti o addirittura doppia coppia. Se ci sarà solo un call al flop su una nostra puntata piccola, allora sarà facile bluffare turn e river.
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Sfidare i giocatori “seri”
Un buon avversario sul quale bluffare è il giocatore “serio”. Parliamo di chi si dà un’aria di giocatore pensante, che folda spesso perchè non vuole dedicarsi a giocate troppo estrose. Per questo motivo farà fatica a credere che lo stai bluffando con tre puntate importanti, dal momento che la sua immagine tight non dovrebbe indurre a fare bluff contro di lui. E il bello, invece, è proprio questo…
Veniamo a un’altra mossa da prendere con le molle, ovvero lo shove. Se vuoi pushare in bluff, non farlo quando hai una quantità di chips medio-basse. Piuttosto fallo quando i pot sono grossi e tu hai un buono stack: abbasserai le possibilità di ricevere un call da una mano media.
Infine, Fitzgerald induce a concentrarti su quei giocatori che avvertono il “peso” del buy-in pagato a un torneo. Non tutti giocano a poker con grandissime disponibilità economiche. Per questo motivo, in maniera assai cinica, affrontare chi non ha grande dimestichezza con tornei da buy-in alti può pagare maggiori dividendi.