Le basi delle combo e dei blocker nel poker Texas Hold’Em dovreste già conoscerle, chi solo un’infarinatura e chi invece ne è esperto. Ma avete mai sentito parlare del card bunching effect?
Questo capitolo, un po’ più avanzato e un po’ meno rilevante nei termini della strategia del gioco, è l’ultimo punto a influire sui range e sugli out in una mano di poker.
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Il card bunching può essere approssimato come un meccanismo di blocker sconosciuti, e cambia la densità delle carte e delle combinazioni in mano ai giocatori e di quelle che possono uscire sul board.
Detta in parole spicciole: se a un tavolo ci sono stati dei fold preflop, statisticamente sarà più probabile che quelle foldate fossero carte basse e di conseguenza il resto delle carte in gioco sarà più denso di carte alte.
Per certi versi richiama il conteggio delle carte a blackjack: più carte basse abbiamo visto, maggiore sarà la densità di carte alte nel mazzo e viceversa. La differenza è che nel card bunching del poker, non vediamo queste carte e dobbiamo andare di calcoli statistici.
Facciamo un esempio: se un giocatore rilancia da BTN in un tavolo 3-handed, avrà come range di partenza un “random” composto da tutte le 1.326 combinazioni di starting hands, e tra queste aprirà il top 43%.
Se però ci sono stati 3 fold prima di lui, le carte passate eliminano alcune combinazioni possibili dal range di partenza, prevalentemente combinazioni di carte basse (ma non solo, ovviamente, come nel caso di J-4o e Q-3o). Vuol dire che il range si baserà non su 1.326 combinazioni, ma su 1.035, e di conseguenza cambierà la frequenza con cui rilancerà.
Il BTN giocherà sempre con il 43% del range nominale, ma effettivamente rilancerà a una frequenza diversa. Per capirci, simuliamo tre fold, tutti di 4-2 off suited: la frequenza di raise di BTN sarà del 51,6%. Se invece UTG, MP e CO avessero foldato Q-8o, J-3o e 10-6o, la frequenza diventerà 42,3%.
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Oltre a questa differenza di frequenze, cambierà anche il bilanciamento del range. Un altro modo di visualizzare questo effetto, è immaginare un 3-handed dove il BTN passa. Sappiamo che avrebbe sempre rilanciato un A-X. Lo SB quindi che probabilità avrà di avere un asso?
Su una base del 100%, per calcolare la probabilità di avere almeno un asso si esegue questa equazione: 1-(48/52 * 47/51) = 14,9%. Sapendo che il BTN ha foldato due carte che non sono assi, la nuova probabilità diventa 1-(46/50 * 45/49) = 15,5%. Ripetendo poi questo calcolo per più posizioni, la probabilità salirà ancora.
A questo poi si può aggiungere il discorso dei “K”, che si farà un po’ più complicato perché ogni posizione rilancerà un numero di K diverso (da BTN puoi aprire K9o o K2s, da UTG non è consigliabile) ma comunque lo renderà più probabile rispetto a non aver avuto azione precedente.
E così via fino alle carte più basse, che avranno una probabilità di fold preflop maggiore e quindi saranno meno probabilmente presenti nel range di chi ancora deve giocare.
Questo discorso poi si può applicare anche alle common cards, per esempio sarà più probabile trovare un asso sul board dopo un limp-check SB vs BB dopo 4 fold, che in un 3-bettato flattato da due giocatori.
La matematica in questo caso è piuttosto avanzata, e spesso non ha un impatto così decisivo sul gioco da portarci a modificare la strategia. È comunque importante avere consapevolezza della sua presenza, come giocatori di poker, per avere chiaro sempre cosa stia succedendo.
Per esempio, ora potrai immaginare che i tuoi range storici per il 6-Max possono cambiare se giochi su un 5-Max o 4-Max su People’s Poker…
Prima di concludere, è da notare che molti solver non considerano questo scenario nelle loro soluzioni, in particolare quelli che non hanno alcun riferimento al preflop.