Ci sono mani che rimangono impresse nella memoria più di altre, perché diverso è il loro peso specifico.
Provate per un attimo a pensare le prime due o tre mani di poker che vi vengono in mente e a quali eventi sono associate.
Senza scavare troppo a fondo esiste un’ottima probabilità che una di queste (se non tutte) corrispondano a dei colpi che hanno “spostato” (dalla parte opposta probabilmente) un bel po’ di soldini.
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Abbiamo ancora meno dubbi sul fatto che, lo spot che andremo ad analizzare quest’oggi, sia rimasto a lungo tra i pensieri di Carlo Savinelli, protagonista (in negativo) di un tuffo davvero clamoroso.
Sempre che di tuffo si tratti… Scopriamolo assieme!
La mano tra Savinelli e Carrel
Ci troviamo WSOPE High Roller for One Drop da 111K andato in scena a Rozvadov lo scorso 3novembre e sia Savinelli che Carrel hanno ampio spazio di manovra: 2.5 milioni di chip per il primo, oltre 6 per il secondo, quando i bui hanno raggiunto quota 30K/60K, ante 10K.
L’inglese apre da bottone a 125K, difende Carlo dal grande buio.
FLOP: J♥ 2♦ 2♠ – Savinelli si mette in check-call sulla c-bet 65K di Carrel.
TURN: J♥ 2♦ 2♠ 7♦ – Check to check.
RIVER: J♥ 2♦ 2♠ 7♦ K♦ – Savinelli checka, Carrel overpotta 700K su 490K, Carlo ci pensa e shova mettendo dentro due milioni abbondanti di chip. Carrel aspetta fino all’ultimo secondo del time bank e poi annuncia il call.
Carlo Savinelli: A♦ 9♥
Charlie Carrel: K♠ 10♠
Il racconto da Rozvadov
La foto che vedete in copertina è stata scattata dal sottoscritto, proprio nel momento in cui Carlo Savinelli attendeva la sentenza pronunciata da Charlie Carrel, ovvero il call che lo avrebbe estromesso dal torneo.
Ho avuto la fortuna di essere partecipe a tutto lo svolgimento del colpo e vi assicuro che qualsiasi considerazione a posteriori sulla bontà della giocata da parte di questo o quell’altro lascia il tempo che trova.
Secondi che duravano minuti, entrambi che provavano a carpire un dettaglio qualsiasi sull’altro, un piccolo indizio che potesse dare una svolta al colpo, una guerra psicologica più che una mano di poker.
Non è un caso che Carrel utilizzi una overbet (che senso avrebbe sbilanciarsi in quel modo contro un giocatore con un livello di pensiero più basso), e le ragioni di questa scelta sono riuscito a farmele dire alla prima pausa disponibile:
“C’era già stata un po di history tra noi – spiega Carrel – e nelle mani precedenti aveva anche mostrato qualche bluff, in più sapevo si trattasse di un italiano… La condotta fino al turn è standard e il mio plan al river era quello di hero-callare su una sua eventuale bet.
Photo by PokerNews
Lui invece tanka circa un minuto prima di checkare e io interpreto questo come un indizio, in quanto mi è già capitato di osservare come in circostanze simili chi ha in mente un check-raise non fa passare più di qualche secondo prima di checkare.
Questa lunga attesa mi fa pensare invece che in realtà sia io ad avere la mano migliore, al che scelgo una overbet per dare l’impressione di voler forzare il colpo e farmi hero-callare con del valore medio, anche perché il mio range contiene una buona parte di bluff.
Il suo check-raise all-in mi stupisce perché pensavo fosse lì lì per passare, ma il mio sesto senso mi spinge subito a pensare che sia lui ad aver forzato l’action, magari con qualche combinazione di A♦-x. In sostanza mi aspetto un rilancio più contenuto con qualsiasi flush non nut e una bet al river per non perdere valore con nut flush.
Se ho preso qualche tell in particolare? Sì, ma non posso rivelarli, ho aspettato tutto il time bank prima di chiamare proprio perché è in quei momenti che i giocatori tendono a cedere qualcosa, ma dentro di me sapevo già che avrei fatto call.”
La versione di Carlo Savinelli
Ricordo di averlo visto alzarsi con molta pacatezza, quasi con rassegnazione, e dirigersi verso la sua stanza d’albergo dopo aver stretto la mano all’avversario.
Non esattamente il momento migliore per chiedergli un commento a caldo, che arriva comunque qualche ora più tardi:
“Se ripenso alla mano mi vengono i brividi, è una situazione così unica che è davvero difficile trovare le parole per spiegarla. Una giocata così la posso fare soltanto contro un avversario di questo tipo a un torneo del genere.
Nella mia testa so che non gioca mai flush in questo modo, io ho l’Asso a Quadri e mi aspetto che stia bet foldando molto spesso il Kappa in questo spot. Senza il blocker staremmo parlando di un’altra mano ovviamente, di sicuro non è facile assorbire una botta simile a un torneo di questo livello.”
Ora proviamo a ribaltare la questione. Giocate per la prima volta un torneo da 100K, il torneo viaggia sui binari giusti e avete l’occasione di fare un bluff da antologia (con una discreta probabilità di riuscita) a un giocatore come Charlie Carrel che, notoriamente, è pronto a combinarla in qualsiasi circostanza.
Siamo proprio sicuri che l’idea di fargli almeno un click-raise non vi sfiori minimamente la testa?
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Photo Credits: Stefano Atzei
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