“Era da da un po’ che non facevo un post sul poker e credo ne passerà un bel po’ prima di vederne un altro”
E’ questa la chiosa finale del lungo post scritto da Carlo Savinelli su Facebook e infatti da parecchio tempo non sentivamo parlare di lui.
Dopo l’exploit nei tornei live del 2014 e una buona costanza di risultati negli anni successivi, ci si aspettava un salto di qualità da parte sua ma non sempre la logica va a braccetto con la realtà dei fatti.
Da buon cash-gamer, Carlo ha continuato a macinare profit ai tavoli live senza mai strafare e ora, superati abbondantemente i trenta, pare che le priorità nella sua testa siano cambiate nuovamente.
Run, run, run…
La prima parte del post di Carlo offre uno spunto di riflessione interessante sulle aspettative che ogni giocatore dovrebbe avere nei confronti del poker.
Non solo, perché a margine compare un punto di estrema attualità: al giorno d’oggi per vincere a poker il talento, da solo, non basta più:
“Molte persone hanno fatto l’errore di immaginare il poker come una 100 metri. Qualcuno ha limitato i danni pensando ad una corsa campestre. A qualcuno è capitata una serie di sliding doors positive e a quasi tutti gli altri è capitato quello che succede ad essere alla base della piramide alimentare.
La verità è che il poker è una maratona che si sta ancora correndo ma nessuno poteva saperlo , nessuno poteva avere delle sicurezze su quanto poteva durare e in che modo.
Il poker non è uno sport fisico quindi è più probabile che crescendo tu sia un giocatore migliore di quello che eri a patto che tu decida di “allenarti”.
Io mi reputo un privilegiato perché il mio talento mi ha sempre dato la possibilità di ottenere tanto con poco sforzo ma ora le cose sono cambiate , in realtà sono cambiate da un po’ , il talento non basta , serve più lavoro su se stessi e sul proprio gioco, più di quanto uno possa immaginare.
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La motivazione come discriminante
La sua assenza dai tornei più prestigiosi in giro per il mondo ha una ragione ben precisa, che nulla ha a che fare con l’aspetto economico.
Essere imprenditori di se stessi, nel poker come nella vita, significa dover dare sempre il massimo e talvolta accade che non si è nelle condizioni per farlo:
Mi sono allontanato da circa 18 mesi dal mondo dai MTT live , poca voglia , pochi stimoli , voglia di cambiare area, distrazioni collegate alla real life in cui Max Rosa mi ha dato una mano prima, consigliandomi dopo, di giocare meno fuori dalla CE in questi 12 mesi.
Ho sviluppato una strana voglia di punire me stesso non facendo quello che amavo fare perché dopo più di 10 anni, nonostante le persone che mi conoscono davvero mi dicessero il contrario guardandomi con incredulità , non vedevo allo specchio quello che mi sarei aspettato di vedere dopo un percorso del genere.
Sono sempre stato cattivo nel giudicarmi figuriamoci come potevo non esserlo esprimendo un opinione su giocatori, organizzazioni , stampa di settore, che a mio parere facessero o dicessero cose random, mi ripetevo che forse ero diventato un hater ma con il tempo ho capito che ero solo maturato e che i miei pensieri non erano mai stati così calzanti anche se non avevo voglia di condividerli.
Questo tempo mi ha dato la possibilità di mettere a fuoco meglio un micro-mondo che conosco come le mie tasche.
Trovo assurdo che ancora non sia chiaro a tutti che questo è un gioco semplice , vinci sei bravo , perdi non sei bravo. La fortuna sposta parecchio ma se non vinci dopo un po’ non stai runnando male.
La gestione prima di tutto
Come spesso accade, Savinelli non le manda certo a dire e in questa parte del post approfondisce l’importanza del saper gestire le proprie risorse, enonomiche e mentali, per avere successo nel lungo periodo.
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“La gestione conta parecchio , se non lo capisci non hai una chance, ma spesso una cattiva gestione è solo un alibi che giocatori mediocri si danno per giustificare la propria mediocrità. Il concetto di talento è cambiato , si è evoluto in qualcosa che paradossalmente si avvicina di più alla disciplina ed al metodo.
Il mondo del poker si regge su un paradosso , tutti pensano di essere meglio di tutti , per fortuna mi viene da dire , se non fosse cosi sarebbe già finita da anni.
Sento tanti alibi , vedo tanta cattiveria gratuita collegata a frustrazione, ragazzi se non siete buoni amen sarete meglio nel fare altro take it easy, inutile mettere le scarpette se il vostro posto è in tribuna. In 12 anni ho visto alcuni amici farcela davvero, tanti allontanarsi perché non reggevano il passo , tantissimi fare give up.
La cosa che mi arreca tanta amarezza è vedere rapporti deteriorarsi perché questo micro-mondo ha un ritmo folle e spesso finiscono rapporti perché smetti di trascinare persone o smetti di risolvergli problemi perché hai la “colpa” di essere un vincente da tempo e di continuare ad esserlo e quindi anche un presunto obbligo morale.
Questa cosa l’ho vista anche in rapporti di persone super vincenti che conosco ed ho capito che non fosse l’eccezione ma la normalità. La generosità non premia, spesso viene sfruttata e puoi difenderti soltanto eliminando completamente la componente economica dai rapporti interpersonali passando da stronzo quando in realtà le delusioni sono state tante.
Interviste, no grazie!
Infine, ecco spiegato il motivo per cui negli ultimi tempi ha preferito ridurre ai minimi termini la sua presenza sui media pokeristici nazionali:
“Diversi giornalisti che stimo e che hanno ancora la grinta di scrivere di questo mondo mi hanno chiesto più volte un intervista in questi mesi , ho evitato perché avevo paura di vomitare la mie visione negativa di mondo che mi ha dato tanto allora ho evitato.
Alla fine però non si può scappare da se stessi , quindi anche se vi vedo belli come il sole non credo di ributtarmi nel vortice dei tornei live e degli swing folli ( se desideri una vita tranquilla ) nonostante credo che sarebbe la cosa più giusta per il mio talento , ma non per la mia quotidianità e per i pochi, sinceri , rapporti interpersonali che mi sono costruito in questi 18 mesi.”
Uno sfogo a 360 gradi insomma, sul quale vi invitiamo a esprimere le vostre opinioni lasciando un commento sulla nostra Fanpage!
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Photo Credits: Stefano Atzei