Il pro high stakes Alec Torelli insegna ad affrontare con serietà e dedizione i microlimiti, che troppo spesso azzerano la motivazione dei grinder che vogliono scalare i livelli.
Una cosa che è emersa dalla sfida tra Wiktor ‘limitless’ Malinowski e Fedor Holz è che il giocatore polacco ha annoverato tra le cause della sua scarsa concentrazione i pochi stimoli dati dal livello basso a cui si è svolta la sfida.
I blinds per la cronaca erano $100/$200, e probabilmente qualcosa come il 99,9% dei cash gamer sogna di arrivare a giocare quei livelli.
Però lo stesso problema, nel nostro piccolo, può capitare a tutti.
Se sei un giocatore dei microlimiti potresti accorgerti di avere qualche problema a prenderli seriamente: gli stack in gioco sono molto bassi, e qualunque perdita può essere tranquillamente ripagata versando pochi altri soldi nel conto gioco.
In più il livello medio è così basso che a volte si commette addirittura l’errore di sottovalutarlo, sottovalutare lo studio e l’analisi del gioco, e non mettere l’impegno e la concentrazione necessari per vincere.
In aiuto di tutti quelli in questa situazione arriva Alec Torelli, che anni fa ha pubblicato un video dopo aver conosciuto a Milano un ragazzo di nome Eduardo, che è sicuro di avere le skill necessarie per battere i microlimiti del poker online, ma per i problemi di prima non riesce a trovare stimoli ad applicare le sue conoscenze in game.
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Il punto di vista di Alec Torelli
“Avrei potuto rispondergli che effettivamente a quei livelli non è necessario, basta giocare un ABC game per vincere. Ma ho deciso di andare più in profondità.
Quando sottovaluti il gioco non riesci a prendere seriamente il poker, sai che quei 5, 10 dollari che stai giocando li potrai trovare da qualche altra parte senza difficoltà.
Anche se perdessi tutto il bankroll sai che potrai recuperare quei soldi da qualche parte e ripartire.
Continuando in questo ciclo di sconfitte e ricariche sarai destinato a rimanere lontano dalle partite più competitive che potresti fare.
Quando ho cominciato a giocare avevo esattamente lo stesso approccio, anche se giocavo a limiti più alti.
Sapevo che ci sarebbe stato sempre qualcuno che mi avrebbe prestato soldi, comprato quote, o in caso i soldi che stavo facendo con un’altra attività.
Erano gli inizi, ero molto giovane e vincere era molto facile. Il poker online era un po’ il mio bancomat. Giocavo qualche ora e potevo ritirare i soldi per comprare qualsiasi cosa volessi, viaggiare dove volessi.
Davo i guadagni per scontati, non apprezzavo né rispettavo i soldi che giravano e la competizione di giocare. Non mi pesava perdere perché sapevo che ci sarebbe stato sempre il giorno dopo.”
Photo credits: ©Danny Maxwell 2014, PokerNews
Lo swing che risvegliò Torelli
Poi è arrivato il momento del brutto swing, di cui abbiamo parlato meglio qui, che ha fatto crollare Alec di parecchi stake:
“Poi ho subito un downswing mentre il traffico scarseggiava, non avevo voglia di giocare ed ero concentrato sulla mia altra attività.
Sono sceso umilmente a livelli più bassi, come il $5/$10 e il $10/$20, che anche se possono essere alti per me pochi giorni prima erano un BB o un raise.
È difficile da fare questo salto con la mente, soprattutto con la pressione di essere stato ai livelli più alti e ora trovarsi ai midstakes.
Poi ad un certo punto ho avuto un’illuminazione: ‘Ora immagino di giocare i $300/$600 come poco tempo fa, anche se sto giocando comunque il $10/$20!’ e visualizzo il me stesso di sedici anni che torna in macchina da scuola sognando di costruire il roll per giocare il $10/$20… sono esattamente dove sognavo di arrivare!
Vivevo quei livelli come un fallimento, ma solo tre anni prima erano il mio obiettivo! Così ho realizzato di dover essere grato per questa opportunità e questo risultato, che possono sparire velocemente.
Da quel momento ho completamente cambiato approccio al gioco, mi sentivo ispirato, grato, entusiasta a qualsiasi limite giocassi.
Pochi giorni fa ho giocato un torneo online da $300, che per me sono pochi, e non volevo perdere neanche una mano! Sono arrivato al Final Table prendendolo come fosse un torneo da $100.000, non faceva differenza.
Bisogna essere sempre grati dell’opportunità. In questo momento potresti essere dove sei mesi o un anno fa avresti voluto essere. Quell’entusiasmo non deve sfuggire una volta raggiunto!”
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Vuoi vincere ai micro limiti? Pensa a te stesso
“Il secondo consiglio è: smettete di pensare a cosa fanno gli altri.
Quando si gioca una partita bassa è facile dare la colpa a circostanze esterne per le perdite, accusare gli altri di essere scarsi, di giocare senza logica, gamblare.
Così vi create una scusa per abbassare i vostri standard e scendere al loro livello. Questo è un errore enorme, perché state praticamente basando le vostre skill sulle circostanze in cui vi trovate.
Se gli avversari sono forti, cercate di essere più forti, se sono deboli cercate di non essere peggiori.
Basta piangere sulla scarsità degli avversari, dovete gareggiare solo con voi stessi. Il vostro unico obiettivo è essere un po’ più bravi oggi di quanto lo eravate ieri.”