Quella volta in cui Alec Torelli mandò in fumo il suo bankroll da un milione di dollari!

Feb 28, 2020

Alec-torelli

Playing poker is the hardest way to make an easy living” –  Giocare a poker è il modo più difficile per garantirsi una vita facile.

Dietro questo aforisma si nasconde un universo e chi ha provato, o prova ancora, a scalare i livelli nel poker sa bene di cosa parliamo.

Per quanto l’abilità sia preponderante nel nostro amato giochino, la varianza può regalare dei grandi dispiaceri se non si gestisce in modo oculato il proprio bankroll.

Tanti giocatori, dai migliori ai peggiori, hanno provato sulla pelle l’incidenza della fortuna e Alec Torelli non è stato da meno. Pensate che una volta mandò in fumo il suo intero bankroll lasciando ai tavoli oltre un milione di dollari!

Build and burn

A inizio mese abbiamo avuto il piacere di chiacchierare col noto pro statunitense – CLICCA QUI per leggere l’intervista completa ad Alec Torelli – su quanto fosse conveniente, al giorno d’oggi, fare il professionista nel mondo del poker.

Ciò che non vi abbiamo ancora raccontato però riguarda il suo peggior downswing, avvenuto in tempi non sospetti quando l’action si infiammava sui tavoli di Full Tilt. Sentiamo un po’ cosa ci ha raccontato Alec:

C’è stato un periodo in cui ho messo realmente in dubbio il mio futuro come poker player. Quando perdevo mi sentivo male, mi sono chiesto se fosse la strada giusta, se fossi abbastanza bravo…

La prima volta capitò attorno al 2005, quando il poker era ancora agli inizi. Passai dalla 1/2 2/4 3/6 alla 5/10 fino alla  50/100 per poi tornare nuovamente alla 2/5.

In quel periodo si trattava di una cifra importante e fu davvero difficile e ho avuto momenti in cui affrontare la realtà era piuttosto difficile.

Avevo smesso di studiare e tutto il mio bankroll era andato in fumo.

Non avevo soltanto perso a poker ma avevo perso IL poker e nel mentre avevo trascurato gli studi oltre ad aver rotto con la mia ragazza.

Non avevo nemmeno tanti amici perché quando gli altri facevano festa io restavo in stanza a giocare. Dentro di me sapevo che non avrei smesso ma in quel periodo ho deciso di prendermi una pausa.”

The come back

Ho ripreso a grindare, a giocare live, mixare le partite e sono riuscito a riprendermi il maltolto.

La seconda volta però, andò ancora peggio. Mi trasferii a Melbourne nel 2007 perché non era più possibile giocare a poker negli States e in quel periodo c’erano le FTOPs, ovvero le Series online più importanti al mondo.

Mi svegliai alle 5 di mattina, vinsi un torneo e la sera dopo mi trovai con 250K sul mio conto poker.

Avevo un bankroll per giocare 5/10 e quello shot fu enorme per me, mi permise di giocare la 10/20 o la 20/40 e le cose andarono per il meglio. 

Crushavo tutti i tavoli su PartyPoker, vincevo qualcosa come 50/100 K al mese e nel 2007  vinsi oltre 1 milione di dollari a soli 19 anni. 

Mi sentivo fortissimo e nulla avrebbe potuto fermarmi e, sebbene avessi i piedi per terra mi sentivo confident. In quegli anni però gli avversari erano diventati più forti mentre io avevo semplicemente smesso di studiare.

In picchiata

L’anno successivo fu terribile e arrivò il secondo downsing della mia carriera: passai dal giocare la 300/600 NLH con buy-in da 60K (ero di quelli che stava seduto per ore in un tavolo vuoto in attesa che qualcuno mi sfidasse) alla 5/10 sotto staking. 

Fu difficilissimo, mi presi una vacanza e staccai completamente. L’ego giocò una parte importante perché una volta che stazioni agli high stakes gli altri si aspettano di trovarti là e quando questo non capita cominciano a chiederti “ma che ci fai alla 5/10?”

Ammettere di aver perso tutto, agli altri e a me stesso, era la cosa più difficile. Un Buy-in alle partite in cui giocavo equivaleva a un big blind nelle altre, ed era davvero difficile in quelle condizioni giocare i piatti piccoli e dar valore ai soldi.”

Questione di testa

Come ben sappiamo Alec è riuscito a tornare più forte di prima e dopo queste esperienze infelici ha finalmente corretto gli errori commessi agli inizi della sua carriera.

Trovare la motivazione per tornare a grindare dopo aver subito un pesante downswing è più difficile di quel che si possa pensare, ecco perché il consiglio che sentiamo di darvi è quello di gestire le risorse nel modo ottimale sin da subito.

Nel caso di Torelli la sua determinazione unita al talento e alla voglia di sfondare gli ha permesso di risollevarsi, ma tanti altri giocatori al suo posto, dopo essere incappati tra le grinfie della varianza, non sono mai più riusciti a tornare a certi livelli.

Se vi siete persi l’ultima perla di Fedor Holz sulle ragioni che stanno dietro a un downswing DATE UNO SGUARDO QUI

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Photo Courtesy: Alec Torelli

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