Il deal è una pratiche più comuni, più diffuse ma anche più “nascoste” nei tornei MTT. Se nel poker online c’è una diffusione minore – in parte per una migliore suddivisione dei premi da parte delle room – nel poker live avviene a volte anche in maniera sommersa. Soprattutto nei grandi eventi live, in cui spesso e volentieri non se ne parla abbastanza e comunque non in maniera ufficiale.
Ce ne siamo accorti dopo la fine del recente Main Event della Battle of Malta, in cui in tanti ci hanno segnalato che ci sia stato un deal nel bel mezzo del Final Table. E ce ne siamo accorti grazie a un torneo disputato a Las Vegas, che ha visto addirittura un accordo tra 29 giocatori. Ma quando bisogna dealare e soprattutto quali sono i casi in cui conviene farlo? Entriamo nel dettaglio di questa spinosa questione, approfittando di un articolo apparso di recente sul sito di PokerStrategy.
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Deal, quando e come proporlo
La ragione principale per dealare è quella di ridurre la varianza. Qualcosa che vale doppio per quei giocatori che non giocano i tornei solo per vincerli, ma anche per andare a premio e migliorare il proprio bankroll.
La seconda ragione migliore tra quelle esistenti è quella per cui accordarsi per chiudere un torneo consenta di risparmiare tempo. I tornei possono andare avanti in eterno e un deal consente di fornire il giusto rispetto per i propri tempi e spazi vitali. Specialmente se i soldi passano in secondo piano, pur essendo parte del sale di questo gioco.
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Le ragioni secondarie
Ci sono però tante altre ragioni per cui è cosa buona e giusta proporre un deal nelle fasi finali di un torneo. Se vuoi portare a casa un gruzzoletto da utilizzare per le spese di tutti i giorni, ad esempio, sarebbe una follia rifiutare un buon accordo e continuare a giocare, in balìa della varianza.
C’è però anche una ragione per cui sarebbe meglio non accettare un accordo. Ovvero quel genere di deal che non ti soddisfa, sia sul piano economico che per quella che è la situazione attuale del torneo.
Per questo motivo sarebbe il caso di evitare certi commenti e certe “sentenze” su come e quando vengono stipulati gli accordi. Sono soldi dei giocatori, dei protagonisti dei tornei. Tocca a loro decidere come suddividerseli e soprattutto se è il caso di accordarsi o di continuare a giocare.