Lo si potrebbe definire il Neil Armstrong del poker azzurro.
Filippo Candio è stato, a tutti gli effetti, il primo italiano a mettere piede in quel che viene considerato il torneo per eccellenza, il Main Event delle World Series Of Poker.
Lo ha fatto quando il movimento era al suo apice, quando la teoria del gioco si imparava sui libri e Daniel Negreanu sorprendeva tutti con lo “small ball style”, di sua invenzione.
Tavoli popolati da giocatori “veri” più che teorici del gioco come accade ora, di quelli che “le carte sono l’ultima cosa che conta…”
Super-Pippo e il Big One
“The Big One”, così lo chiamavano oltreoceano e così piaceva chiamarlo anche a lui, che è stato il primo a viverlo fino in fondo.
Il video della mano contro Joseph Cheong, l’all-in con 5-7 su 5-6-6 con l’americano che ‘snappa’ con due Assoni, è stato quello con più visualizzazioni nella storia del poker, prima che venisse eliminato da Youtube, con oltre 16 milioni di click.
In tanti lo hanno attaccato per i più disparati motivi, così come altrettanti hanno fatto il tifo per lui e si sono emozionati nel seguire le montagne russe in diretta tv, perché la sua storia era una storia, per davvero.
Ci si poteva immedesimare in quel ragazzino spavaldo e scaramantico, capace di indossare la stessa felpa per una decina di giorni filati e pronto a combinarla a chiunque.
Che vi piaccia o no il personaggio, è sempre stato Candi(d)o in tutte le sue sfaccettature, di un’autenticità travolgente.
Ed è forse questo che lo avvicinato così tanto al “suo” pubblico in quegli anni, qualcosa che al giorno d’oggi purtroppo non capita più.
Filippo non stava soltanto realizzando il sogno di qualsiasi giocatore, ma rappresentava la quintessenza del pokerista. Uno che il poker lo respira, lo vive, non si limita a giocarlo.
In rete si trovano ancora tantissimi video e interviste che inquadrano perfettamente il personaggio e le sensazioni di quei giorni caldissimi prima del final table.
Il mito del “sistemone”
In quegli anni non c’erano mica le tonnellate di materiale che troviamo in giro attualmente, così come la GTO non era certo un modello di riferimento per ogni professionista che si rispetti.
Si discuteva, si elaboravano strategie, si accumulava esperienza e si affinava il “braccio”: in mezzo a questo calderone, negli anni successivi al 4° posto al Main Event, spunta il mito del “sistemone”, ideato ovviamente da Filippo Candio.
Riportiamo qui sotto la spiegazione fornita dal suddetto in una intervista rilasciata a Italiapokerclub nel lontano 2012:
“Il “sistemone” altro non è che un modello matematico vincente quando si possiedono piu’ di 120 bb e per forza devono essere investiti ed incrementati, condizione di necessarietà che si verifica solo nei tornei MTT in condizioni di deepstack. E’ una mia personale evoluzione/applicazione dell’ICM ai tornei, con basi di investimento e reinvestimento. Credo che tutte le altre tattiche ormai siano obsolete!“
Che “Pippo-mio” avesse scoperto la formula magica per vincere i tornei di poker suonava un po’ strano a tutti, ciononostante il mito del sistemone è durato più del previsto.
Beccatevi questo reperto storico nel quale spiega, ai microfoni di Rudy Gaddo per Italiapokerclub, l’evoluzione della sua strategia:
Da poker player a imprenditore
Poi accade che lo scenario cambia completamente, uno dei colossi del poker online frana su sé stesso in un venerdì più nero del solito e da un giorno all’altro, fare il poker pro, non è più il non plus ultra del fancazzismo nobilitato a lavoro.
Filippo capisce che il poker può comunque rimanere una parte importante della sua vita, la passione viscerale che lo lega al gioco non è un mistero, ma non deve necessariamente essere l’attività principale, anzi.
E’ arrivato il momento di mettere a frutto quanto raccolto ai tavoli e per di più la famiglia si è allargata…
Una buona dose di social media sui quali non perde occasione per dire la sua (andando spesso controcorrente), una comparsata a qualche torneo una volta ogni tanto e, nonostante abbia ufficialmente appeso le carte al chiodo da tempo, Candio non è affatto sparito dall’immaginario collettivo degli appassionati.
Per queste e altre ragioni avremo il piacere di ospitarlo QUESTO SABATO, al consueto appuntamento col nostro podcast “Tre Chiacchiere Con”, condotto da Vincenzo Zavatteri.
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