Chi gioca a poker da almeno un lustro, ricorderà un maglione a rombi dietro la cattedra di POKERitalia24, al fianco di Dato e Genovesi. O forse eravate troppo distratti dalla Leotta?
Scherzi a parte Flavio Ferrari Zumbini è stato un’icona del poker italiano per lunghi anni, più o meno dal boom del Texas Hold’Em in Italia fino al 2015 circa, anno in cui si è gradualmente allontanato dai tavoli verdi per dedicarsi ai suoi viaggi intorno al mondo.
In quegli ormai lontani anni, Flavio ha pubblicato un libro di poker intitolato “Il Nuovo Poker”, che ha avuto da subito un grande successo e un riscontro molto positivo, tanto che a otto anni dalla sua uscita in libreria ancora c’è chi lo cerca senza grandi risultati.
Zumbini ristampa “Il Nuovo Poker”
“Ho ricevuto molti messaggi da persone che non riuscivano a trovarlo da nessuna parte. Appena mi si è presentata l’opportunità di ristamparlo l’ho fatto volentieri perché è introvabile da oltre un anno! In più in questo periodo sto scrivendo dei libri, quindi ho acquisito un po’ di pratica negli step da fare per pubblicarlo.
Da anni mi sto dedicando ai viaggi e il mio obiettivo futuro è di visitare i 43 paesi che mi rimangono per poter dire di essere stato ovunque nel mondo e pubblicare un libro che raccontasse della mia esperienza.
A marzo 2020, quando l’epidemia stava cominciando a preoccupare, sono tornato dal Marocco a Roma e sono rimasto qui fino a ora. In questi mesi ho cominciato a scrivere dei libri, Turismo Estremo, dove parlo nello specifico dei posti dove sono stato, concentrandomi su più dettagli di quanto avrei potuto con un solo grande libro generale.
Nel libro non ci sono grandissime novità, è stata rifatta la parte sui software perché è il settore in cui ci sono stati gli aggiornamenti maggiori.
C’è un pochino di GTO, mi ha aiutato Stefano Iorio (coach Grinderlab) perché sono cose che comunque io conosco superficialmente. La GTO è una teoria che mi affascina molto, soprattutto dal punto di vista matematico, ma non l’ho mai vissuta davvero. Quando stavo smettendo con il poker stava appena cominciando a prendere piede.
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Il libro è sostanzialmente lo stesso con qualche novità, ma se hai l’edizione vecchia, spendere 20 euro per trovarsi un paio di pagine diverse non ne vale la pena. I concetti all’interno sono ancora validi, la matematica e la psicologia non cambiano con l’evoluzione del gioco.
Sinceramente non ho visto nulla di più attuale in circolazione, magari sono cambiati i metodi di apprendimento e i libri sono un po’ passati.
Il Nuovo Poker è destinato un po’ a tutti. Può sembrare ambizioso, ma era concepito per partire dai concetti base affrontandoli anche in maniera complessa.
Per il principiante assoluto era anche troppo difficile, il principiante con un’infarinatura poteva trovarci tutti i concetti spiegati per bene e apprendere passo passo, chi era avanzato poteva trovare questi concetti espressi in maniera molto ordinata, e metodica.
Poteva essere utile anche a chi era molto preparato, uno che magari può conoscere la maggioranza delle conclusioni ma forse non aver fatto tutti i passaggi che lo portassero a capirle.
È importante per imparare il metodo, comprenderlo e imparare ad applicarlo per continuare da solo.
FFZ, i viaggi, il poker oggi
“Non c’è stato un momento preciso in cui mi sono allontanato dal poker per dedicarmi ai viaggi, ma direi circa sei anni fa. Da allora il mio obiettivo è visitare tutti i paesi del mondo, e adesso me ne mancano solo 43.
Può sembrare un numero alto, la maggior parte delle persone non visiterà 43 paesi nella sua vita, ma in realtà ho stimato che in 15 mesi salvo imprevisti dovrei farcela, appena si potrà tornare a viaggiare tranquillamente.
All’inizio mi sono concentrato sui posti più ‘difficili’ come l’Afghanistan, per intenderci 8 dei paesi che mi mancano sono in Europa.
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Quando torno in Italia qualche torneo me lo faccio, anche perché il poker in un modo o nell’altro farà sempre parte di me, molte delle mie amicizie personali fanno parte del mondo del poker.
Anche in giro per il mondo mi è capitato di buttare l’occhio a qualche casinò, ho giocato in India, Filippine, Brasile per dirne un paio. In giro per il mondo ho trovato poco Texas Hold’Em però, è una cosa che mi ha un po’ stupito.
Finalmente sono uscito da quella spirale: quando per me era un lavoro giocavo così tanto che aveva un po’ smesso di essere un divertimento.
Quando fai come facevo io, che giocavo 6-8 ore al giorno di media, anche se è una cosa bellissima finisce per non divertirti più. Ora che gioco una volta ogni tanto ha ricominciato ad essere un divertimento.”