Siamo ormai agli sgoccioli di un 2022 che ci ha regalato grandi emozioni per quel che riguarda il poker live. Ormai tutto è tornato praticamente alla normalità, compresa la disputa di tornei ed eventi nel proprio periodo “naturale”. Come le World Series of Poker, tornate in estate e con un Main Event che ci ha regalato grandi spunti, come per quanto riguarda Adrian Attenborough.
Il giocatore australiano ha rischiato di entrare nella storia del proprio Paese. Ha avuto la grande opportunità di diventare il secondo giocatore a vincere un Main Event WSOP, quasi 20 anni dopo l’impresa messa a segno da Joe Hachem. I suoi sogni si sono infranti sulla figura granitica di Espen Jorstad, ma Adrian ha fatto in tempo a mettere a segno uno dei call più belli di sempre.
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Il call di Adrian Attenborough
Situazione: final table livelli 300/600k big blind ante 600k
Preflop: Dobric da middle position ha A♣4♠ e rilancia a 1,2 milioni. C’è il call di Attenborough con K♣Q♣ da small blind. Il pot sale a quota 3,6 milioni.
Flop: K♥10♠3♦ – Attenborough decide di fare check-raise a 4,2 milioni sulla c-bet da parte di Dobric, che a sua volta 3-betta a 9 milioni. C’è il call alla 3-bet e soprattutto un pot da ben 21,6 milioni.
Turn: 6♣ – ancora un check da parte di Attenborough, con Dobric che ci pensa su prima di mettere 5,5 milioni in mezzo. C’è il call del giocatore da small blind, il pot sale a quota 32,6 milioni.
River: 2♥ – terzo check di Attenborough, terza puntata di Dobric: 23,2 milioni che mettono in all in l’opponent. Adrian ci pensa su – anche con una buona dose di disperazione – per oltre oltre 17 minuti. Poi arriva il call vincente.
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Adrian Attenborough ci avrà pur sempre messo 17 minuti, ma il call è straordinario proprio per la sua natura. C’è tanta pressione addosso nel tavolo più ambito, sospirato e soprattutto osservato al mondo. Ne consegue una grande responsabilità che va ben al di là della posizione guadagnata nel chipcount. Per cui l’australiano è stato bravo due volte, forse anche tre.
Venendo a questioni di natura tecnica, ottima è stata la pressione esercitata da Dobric, con una mano con cui ha cercato il bluff in ogni strada del post-flop. L’obiettivo era quello di sfruttare la debolezza del rivale in termini di stack. Difficile trovare pecche nella sua gestione, compreso nello shove al river.