Mustapha Kanit: “Facevo il fattorino e giocavo. Non si smette mai di imparare”

Mar 7, 2023

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Mustapha Kanit è stato recentemente protagonista di una lunga intervista rilasciata per Dan Cates. Il fortissimo giocatore americano, meglio noto come Jungleman, ha ospitato il nostro portacolori nel suo podcast “Winning the Game of Life”. Una lunga chiacchierata tra due colossi del poker live internazionale, che ha portato il player alessandrino a svelare segreti e anche aneddoti del passato. Partendo proprio dal racconto dei suoi inizi e del momento in cui si è reso conto di poter diventare un pro.

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Il difficile inizio di Mustapha Kanit

Tutto ha inizio durante l’adolescente. Musta ha ammesso di aver fatto anche degli umili lavoretti per finanziare l’inizio della sua carriera: “Quando ho iniziato a giocare a poker facevo il fattorino. Quando decidi di iniziare a giocare live come ho fatto io, devi comunque supportare il tutto lavorando. Poi ho iniziato a fare anche il dealer, ho unito questo lavoro con il fatto di giocare tanto e fare buoni risultati“.

Ma com’è iniziata la carriera nel poker? Le difficoltà non si sono fatte attendere: “All’inizio è stato molto difficile. Non avevo una buona connessione internet a casa, il mio computer era rotto, quindi è stata una bella sfida anche solo iniziare a giocare. Ho iniziato con i test di PokerStrategy che mettevano a disposizione del denaro da reinvestire giocando. A 18 anni ho iniziato a giocare live, non ero molto fortunato e non avevo grande supporto dalla famiglia. Mi sono però concentrato al 100% sul gioco e sono riuscito a emergere“.

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Un sogno diventato realtà

Una volta entrato anche nel circuito live, Mustapha Kanit non si è mai fermato. Anche per la sua grande abnegazione al lavoro: “Il rischio di andare rotti è sempre molto alto. Al tempo stesso ho lavorato tantissimo su come migliorare e crescere come giocatore. Volevo diventare un giocatore via via sempre migliore. Forse è la cosa migliore che io abbia fatto per diventare il giocatore che sono oggi. Quando sbagliavo una mano a volte non ci dormivo la notte pur di capire dove avevo sbagliato“.

Una voglia di crescere e di migliorare andata avanti nel tempo. Anche seguendo le orme dei suoi colleghi più esperti e affermati “Anche quando ho iniziato a vincere con una certa regolarità sul punto it non mi sono fermato. Volevo sempre migliorare e cercare delle sfide sempre più grandi. Quando ho iniziato a giocare sognavo di giocare i Main Event, coltivavo questo sogno seguendo i tavoli finali e mi convincevo di poterci arrivare“.


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