Se c’è qualcosa di positivo in questo periodo di isolamento forzato è che anche i nomi più noti del poker nazionale e internazionale si lasciano intervistare più volentieri, prestandosi a dei siparietti davvero divertenti come quello che ci ha regalato Alberto Russo assieme a Mustapha Kanit.
Un’intervista di un’ora nel corso della quale il campione azzurro ha spaziato dai suoi primi passi nel poker ad aneddoti curiosi vissuti in oltre dieci anni di carriera.
Quest’oggi ci focalizzeremo su un aspetto in particolare, prendendo spunto dalla domanda che “grandealba” rivolge al Musta nazionale: cosa hai capito di questo gioco che gli altri non hanno capito?
Il segreto del campione
“Quello che fa la differenza ad alto livello non è la tecnica in sé e per sé, quella è importante e va sempre migliorata, ma non è tutto.
Gente come me, Dario, Carrel, Bryn Kenney… Noi miglioriamo tramite il nostro approccio, provando e migliorando, mentre ci sono altri che passano le ore sui solver.
La vera differenza è quando il giocatore forte riesce a performare molte più volte rispetto agli altri e riesce a farsi trovare al posto giusto al momento giusto.
E’ una situazione psicofisica, in cui tu puoi sapere la tecnica anche a livello eccelso ma devi essere in grado di prendere la decisione giusta in quel preciso momento.”
My way
“Io ho sempre giocato nel mio modo, ho sempre trovato soluzioni da me, ho giocato tutte le specialità nella mia carriera e ho trovato nei tornei il mio talento.Â
Ho provato a portare tutte le situazioni specifiche in questa disciplina aggiungendo alcune caratteristiche che ha un torneista puro, come essere aggressivo in bolla ITM o in bolla final table, conoscere bene le dinamiche 20/30x.
Poi ho dedicato tanto tempo ai Sit&Go high stakes, e quello m’ha dato un ottimo background con stack sotto i 20 bui, una cosa importantissima perché i tornei non si vincono facendo un coast to coast dall’inizio alla fine sempre in testa.
Nella maggior parte dei tornei che ho vinto mi son trovato a dover gestire 10, 15, 20 bui, sono stato in testa e in fondo al count…
Molta gente quando perde un pot grosso nella propria testa è già stata eliminata.”
Simpy the best
“Penso che se sto nelle condizioni ideali non ci sia nessuno più forte di me, perché so il mio valore e riesco a fare cose che gli altri non fanno.
Parlo di fold incredibili, call al limite, tutte cose che a livello teorico non hanno una giustificazione e che riesci a fare soltanto se sei speciale.
Sono convinto di questo, anche un giocatore che gioca in modo bilanciato non si trova sempre delle scelte straight forward, a volte deve chiamare nel 33% dei casi e foldare il 66%, e in quel momento randomizza.
Io credo che il giocatore più forte al mondo non abbia bisogno di randomizzare ma intimamente sappia quale possa essere la scelta migliore da prendere perché ha accumulato così tante informazioni che la scelta sarà 80% call e 20% raise, giusto per fare un esempio.
Ho crushato i tornei e ho vinto tantissimo perché sono speciale e riesco a pensare out of the box.
Differenze tra me è Dario Sammartino? Siamo molto simili su alcuni aspetti e molto diversi su altri.
Noi siamo l’esperienza che abbiamo vissuto e la portiamo al tavolo e, anche se ci si confronta tutti i giorni, quando si è da soli a dover decidere le scelte possono divergere.”
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Photo Credits: Stefano Atzei