Se siete appassionati di calcio (e quindi praticamente il 50% della popolazione italiana) non vi sarà sfuggita la notizia, già rimbalzata su tutti i principali portali di settore.
Che Neymar Jr. sia un amante del poker non è certo una novità, viste le collaborazioni con PokerStars e la sua presenza abbastanza costante (nei limiti dei suoi impegni) ai principali eventi live, WSOP incluse.
Ma a quanto pare l’amore di Neymar per le due carte è più forte di quanto si pensasse, secondo solo a quello per il pallone. In una recente intervista ai microfoni del canale francese CNews, Neymar da Silva Santos Júnior ha confessato che il suo obiettivo futuro è di fare il poker player (quasi) a tempo pieno.
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Neymar dal calcio al poker
Se avete avuto paura che Neymar abbandonasse il calcio state tranquilli. Quello del rounder è un sogno destinato a realizzarsi solo a fine carriera di calciatore. Queste le parole del brasiliano:
“Diventare un giocatore professionista? È vero. Il poker è una delle cose che amo di più. Mi sento molto a mio agio e penso che quando finirò la mia carriera da calciatore avrò finalmente tempo per fare tornei ai quali ho sempre voluto partecipare. Quando smetterò di giocare una delle cose che farò sarà viaggiare per giocare i tornei“.
Il forte attaccante ha poi raccontato come ha conosciuto il poker, un’altra storia (stranamente) con lo sfondo del calcio:
“Ho iniziato a giocare a poker ai Mondiali del 2014. Durante la competizione giocavano molti miei compagni, mi affascinavano. Mi sono interessato e ho imparato anche io. E mi sono innamorato del poker nel corso degli anni”.
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Che i punti di contatto tra poker e calcio (e molti altri sport) abbondino non era una sorpresa. Proprio oggi abbiamo trascritto un pensiero di Doug Polk, che spiegava come negli sport e nel poker il percorso per diventare i numeri uno fosse lo stesso.
Queste sono le similitudini tra i due giochi/sport secondo Neymar.
“L’attenzione e il modo in cui leggi il tuo avversario sono molto importanti. È fondamentale nel calcio ed è fondamentale nel poker. Leggere il tuo avversario e vedere dove puoi attaccare, dove puoi muoverti per creare una possibilità per la tua squadra.
Con le carte è lo stesso, devi saper leggere il gioco, anticipare le mosse dei tuoi avversari e capire il momento giusto. Nel tavolo sono offensivo come in campo. Per i miei avversari, penso che sia difficile leggere il mio gioco perché cerco di variarlo sempre. Uno dei miei punti deboli è che sono molto curioso, devo imparare a controllarmi di più”
Curiosamente il fatto che gli attaccanti giochino a poker aggressivamente e i difensori siano più tight, è un pensiero condiviso da Dario Sammartino nel podcast di Fedez. A questo punto la teoria si fa confermata.
E anche se nel poker Neymar può non essere ancora un campione come sul campo, possiamo trarre un valido insegnamento per tutti i poker player: la curiosità è vostra nemica e l’autocontrollo è tutto.