“Non riesco a vincere” – I consigli anti-quit di Alec Torelli

Apr 14, 2021

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A causa della natura stessa del gioco, ogni poker player prima o poi cade vittima dello sconforto, magari continuando a subire batoste dai fish di turno, e il pensiero di mollare tutto comincia a insinuarsi nella testa.

Il mindset è uno degli strumenti più utili per un giocatore di poker, e Alec Torelli è pronto a fornire dei consigli per resistere a questo genere di situazioni.

 

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Una persona mi ha scritto ‘Sono stanco di questi downswing. Un avversario mi ha chiamato con 92o dopo aver floppato bottom pair e chiuso doppia al river. Voglio mollare‘.

Prima di tutto, tu non vuoi quittare, stai solo sentendo del male ora, ma quello che vuoi veramente è vincere. Vuoi migliorare il tuo gioco e diventare un player vincente, altrimenti non torneresti al tavolo, non ti applicheresti o comunque non mi avresti scritto questa email.

O il poker non è una cosa che ti interessa abbastanza per impegnarti a migliorare, o sei semplicemente un ‘quitter’, uno che quando si trova in difficoltà preferisce lasciar stare. E va benissimo, mi è successo mille volte in mille circostanze, ad esempio quando prendevo lezioni di piano.

Ma se il poker è la tua strada, allora c’è un vero problema. Bisogna imparare ad affrontare questi muri di mattoni che inevitabilmente troverai nel tuo percorso. Esistono proprio per testare la determinazione nella tua scelta.

 

Aspettative

Il primo problema è che la gente fa errori nelle proprie aspettative.

C’è una storia, un test che hanno fatto su delle scimmie. Davano a una scimmia una mela, e questa era felicissima. Poi a un’altra ne davano due, per poi sottrargliene una. Questa scimmia rimaneva delusissima, ma entrambe le scimmie avevano una mela!

Nel poker il problema è quando ci si aspetta di vincere, ad esempio con AA contro 92 su board J72, gli assi hanno una probabilità di vincere superiore all’80%, ma i giocatori si aspettano ingiustamente di meritare di vincere il piatto.

 

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Quando perderanno si sentiranno delusi, anche se la matematica dice che vinceranno l’80% delle volte. Quel 20% è dove risiede la tristezza, ma è matematico, è garantito che il 20% delle volte perderanno.

Il secondo step è quando si pensa ‘Oh, quel 20% mi succede sempre però‘. No, non è così. Se c’è una cosa che non mente è la matematica.

Rientra nella matematica, nella differenza tra lungo e breve termine, anche perdere tre colpi all’80% di fila. Prima facciamo nostro questo pensiero, prima miglioreremo questo aspetto.

In più a volte si mette in mezzo l’ego, la voglia di vincere contro il fish di turno che gioca male e merita di perdere mentre noi meritiamo di vincere.

Sii grato degli errori degli altri, perché sono quelli che nel lungo termine ti faranno vincere. 

 

Responsabilità

Ricorda che dove va l’attenzione si concentra l’energia. La tua energia si va a focalizzare in una cosa dove non hai alcun controllo. Non puoi cambiare i river.

Focalizzati sulle cose che puoi controllare e lascia stare il resto. Ci saranno altre 20 mani che hai giocato in quella sessione, perché non concentrarsi su quelle? 

Questo è importante perché si dà la colpa delle sconfitte alla fortuna, ma non si danno crediti alla fortuna quando si vince. 

Spostare il focus dalla fortuna al modo di migliorare permette di riportare il potere sotto il tuo controllo, focalizzare le tue attenzioni su cose che puoi migliorare.

 

Mindset

In generale questo è un mindset debole. Invece di preoccuparti di ciò che non puoi controllare e avere la mentalità da vittima, non pensare che la vita stia accadendo a te, comincia a pensare che stia accadendo per te.

Cerca di capire cosa puoi imparare dalle cose che succedono. Questo ti aiuterà a migliorare nel gioco e nella vita, e abbatterà quella dannosa barriera di ego. 

Non è sempre facile da fare, anche a me capita ancora di sbagliare, ma poi provo a sfidare me stesso a trovare il modo in cui una determinata cosa sia accaduta per me, cosa posso apprendere e come posso migliorare.

È una sfida per rendermi più forte, più resiliente? Magari non è per buttarmi giù, ma per testare quanto sia forte la mia volontà di fare il poker player.


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Photo Credits: Alec Torelli

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