Mindset e dintorni: fino a che punto il pensiero positivo influenza la nostra run ai tavoli?

Giu 12, 2020

Ebbene sì, hanno rimesso le Series su Stars.

Stavolta i tornei saranno tutti in formato Progressive KO (giusto per non sbagliare) e per chi non gioca a livello professionale, come il sottoscritto, si tratta di una buona occasione per centrare qualche shot interessante (o in alternativa fare un bel bagnetto, non esattamente al mare).

Riprendere confidenza con la routine imposta dai tornei non è semplice se non siete abituati a stare incollati al monitor per sei, sette (o più, si spera) ore filate.

A giocare un ruolo cruciale più di ogni altra cosa, più della gestione del bankroll, delle skill al tavolo o della varianza assassina, è l’approccio alla partita (o sessione).

In una parola, quest’oggi parleremo di mindset. E lo faremo da una prospettiva non esattamente convenzionale.

Il mito del pensiero positivo

Avete presente quei giorni in cui la run è dalla vostra parte, vi sentite invincibili e sareste in grado di dare del filo da torcere a chiunque?

Bene, per quanto rari, esistono. E in quei frangenti sembra quasi che la nostra attitudine sia in grado di influenzare l’esito delle giocate, come se potessimo effettivamente godere di un non ben definito super potere.

Quel che accade, oltre al fatto che comunque le mettiamo ci tornino indietro, è che la nostra attitudine diventa più “propositiva” del solito.

Cominciamo a vedere occasioni anche dove, in genere, non scorgiamo nemmeno l’ombra di un’opportunità.

Ci spingiamo oltre gli schemi, perché quella sensazione da Super Mario dopo aver preso la stelletta elimina qualsiasi timore reverenziale, ci fa mettere gli altri in difficoltà.

Il concetto a cui vorrei arrivare non è poi così complesso da spiegare, quanto molto più difficile da mettere in atto: si tratta di riproporre quel tipo di attitudine in una giornata qualunque, a prescindere dalla run più o meno favorevole.

Quindi sì, in un certo senso il pensiero positivo influenza le nostre giocate, ma non per chissà quale forza sovrannaturale.

E’ il nostro approccio al gioco a cambiare forma e, di conseguenza, le nostre decisioni su ogni singola strada o spot giocato.

A solid ground

Sarebbe bello se la nostra soglia di attenzione fosse sempre al massimo quando approcciamo una sessione di poker, ma non è così.

Nell’arco di sei o più ore ci saranno dei momenti in cui la mente andrà per altri lidi, anche solo per qualche istante.

In genere si identifica con A-game quella combinazione di fattori che ci consente di esprimere il nostro miglior gioco (in accordo con quelle che sono le nostre competenze).

Quando l’attenzione cala invece, si parla di B-C…N-game, che corrisponde sì a una qualità di gioco inferiore, ma non esclusivamente a livello tecnico.

Il risultato sarà una giocata sbagliata, ma le ragioni che ne stanno alla base interessano la nostra attitudine, la capacità di incassare i colpi della varianza, l’esser pazienti e aspettare il momento giusto…

E se il mindset non è quello giusto, le probabilità di giocare per la maggior parte del tempo il proprio B/C/D-game saranno più elevate, così come le eventuali perdite, non soltanto monetarie ma in termini di fiducia nei propri mezzi.

Quindi, a prescindere da quale sia il livello di gioco che riuscirete a esprimere nel vostro A-game, occorre mettersi nelle condizioni ideali per raggiungere il top della concentrazione per più tempo possibile.

Va da sé che aver dormito poco, avercela col mondo (o col server), sentirsi tristi o insoddisfatti, aver litigato con qualcuno e covare sentimenti negativi di rabbia o frustrazione, senso di rivalsa o insomma, fate un po’ voi, non rientrano tra le condizioni ideali.

Il succo è che, il giorno in cui le cose andranno per il meglio, probabilmente nessuna o pochissime delle situazioni enunciate sopra avranno interessato la vostra giornata.

Coincidenze?

La chiamano resilienza

Forse una delle qualità imprescindibili per ogni giocatore vincente.

Superare le difficoltà senza che gli eventi passati possano in qualche modo influenzare le decisioni future, mantenere la linea, saper incassare e rialzarsi.

Ad alcuni può risultare più facile che ad altri, questione di personalità, ma chiunque può apprendere l’arte e farla propria.

Per cominciare è necessario comprendere a fondo l’effettiva incidenza della fortuna in un gioco come il poker.

Inutile prendersela con la sorte, essendo l’unico aspetto che sfugge al nostro controllo.

Quel che ci resta da fare invece è cercare di imparare quanto più possibile e metterci nelle condizioni ideali per fare il massimo.

E se ciò comprende scaricare un po’ di tensione con dello sport, fatevi pure una bella corsetta prima di mettervi a giocare o qualsiasi altra attività che vi predisponga adeguatamente ad affrontare lo stress di una sessione intera di gioco.

Ah sì, per il resto GL! ????

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Foto di ElisaRiva da Pixabay

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