Il mondo dello sport e quello del poker sono da sempre in grande sintonia. Soprattutto negli ultimi tempi in cui le room più importanti in circolazione hanno messo gli occhi (e hanno messo anche sotto contratto) su alcuni dei più grandi atleti in circolazione. Ma ci sono invece casi in cui il poker può diventare un mezzo grazie al quale fare del bene. Come nel caso dei Golden State Warriors.
Ormai da diversi anni gli esponenti più in vista della formazione di basket della NBA sono legati al mondo del gambling. Ce ne siamo accorti negli anni passati, anche con la presenza di alcuni giocatori come Draymond Green al tavolo del Poker After Dark. Ma più in generale, il legame tra la franchigia di San Francisco e il poker porta spesso a dei risultati molto incoraggianti sul piano umano.
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E anche quest’anno non si è fatta eccezione.
Golden State Warriors tra poker e beneficenza
Com’è già accaduto negli anni scorsi, fatta eccezione per un paio di annullamenti a causa della pandemia, i Golden State Warriors hanno organizzato un altro torneo di poker a scopo benefico. Naturalmente c’era la squadra allenata da Steve Kerr al gran completo. Non potevano mancare le superstar del roster, come Steph Curry e Klay Thompson, quest’ultimo appena rientrato da un infortunio.
Alla fine dei conti, grazie al lavoro svolto di pari passo con la Warriors Community Foundation, la raccolta fondi ha avuto un successo enorme. Tra i buy-in e i re-entry effettuati dai giocatori eliminati, infatti, sono stati raccolti un milione e 800mila dollari. A questi se ne aggiungono altri 600mila grazie ad alcuni eventi collaterali che si sono svolti durante il torneo.
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In particolare gli occhi di tutti erano rivolti a un’asta in cui sono stati venduti alcuni cimeli legati al mondo Warriors. Tra questi anche i cookies cucinati dalla sorella di Steph Curry e una chitarra appartenuta a Kelley James e autografata dai giocatori.
Un modo per fare del bene attraverso il legame, spesso controverso e discusso, tra poker e sport.
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