Il poker è un gioco a prova di nervi.
Bisogna mantenerli saldi in qualsiasi circostanza, in alternativa il conto da pagare potrebbe essere più caro del previsto.
Quest’oggi andremo ad analizzare cinque situazioni che mandano letteralmente in bestia anche i giocatori di poker più “zen” esistenti sul pianeta.
E siamo sicuri che, almeno una delle cinque, vi farà uscire dai gangheri!
Prendere runner-runner in faccia con nut al flop
E’ il piatto chiave del torneo, siete entrati in gioco mettendo soltanto un buio da big blind dopo apertura, flat, flat, flat, flat…
Ebbene si, avete il punto nut, e prima di voi devono parlare tutti.
E il bello è che, quando l’azione arriva a voi, dopo una bet, un call e un raise, fare all-in diventa al cosa più naturale del mondo.
Vi sentite in una botte di ferro, dopo ore di attesa è arrivata la mano della svolta, il piatto è gigantesco e, nonostante i due call ricevuti, le vostre percentuali di vittoria sono superiori al 90%.
Al turn sono addirittura al 95%, ce l’avete quasi fatta, manca solo il river…
Cooler in game
Se gli showdown non sono il vostro pezzo forte magari è meglio giocare postflop, a patto che…
E’ la vostra occasione, una monster hand da bottone, con big blind che difende e, in virtù dell’history precedente, non ha intenzione di passare nemmeno 10 carta alta contro di voi.
Il flop è il vostro, non solo per quanto concerne i range percepiti ma proprio perché ce l’avete, e pure bello grosso, sto punto.
Bet enorme e call. Il turn è ancora meglio delle prime tre carte, indossate un bel paio di ciabatte e siete pronti a incamerare tutte le chip avversarie. Altra valigia, altro call.
Il river non chiude alcun progetto, è una innocua carta bassa, una blank per eccellenza. Decidete addirittura di fingere un tank più lungo del previsto per dare l’impressione di non saper bene cosa fare.
All-in e call, si girano le carte. E il vostro avversario ha appena settato al river con la sua coppietta, perché a lui non gliela combinate mica…
Gli imbarchi “per le taglie”
Argomento piuttosto caldo in questi giorni di KO Series.
L’oppo di turno è stato molto sfortunato e, dopo aver perso una gira clamorosa, si trova con una manciata di big blind e un taglione enorme.
Il chipleader al tavolo è uno allegro, che non perde occasione per “spitare” chiunque gli capiti a tiro, ma stavolta avete gli Assi e lo short in questione ha appena fatto resto.
Al suo all-in però, se ne aggiunge un altro e ora tocca a voi. Avete una cinquantina di big blind, vorreste tanto fare solo call sperando che il chipleader impazzisca e le metta tutte in mezzo, ma alla fine preferite andar sul sicuro e reshovate con serenità.
Il call arriva uguale, con due carte basse e colorate, completamente a caso.
E la vostra deeprun, costruita a suon di piccoli piatti, una strategia solida e tantissimi fold sofferti, sfuma di punto in bianco. E con essa il sogno di essere in top 5 a un torneo KO con un taglione da far spavento…
Cornuto e mazziato
Non siete i fratelli di Phil Ivey, ma qualcosa del gioco l’avete capita.
Sicuramente più del vostro avversario, che dopo aver fatto un po’ di confusione tra flop e turn, si trova ai resti con una percentuale compresa tra i 4 e il 20 % di riuscita.
Al river casca la sua, perdete il piatto e siete scontenti, ma ciò non basta.
Arriva puntuale il commento dell’oppo che, gasato dalla “sculata” di turno vi scrive in chat: “Aahahhahah, ti sta bene donk, così impari a giocare.”
Quit.
Rimanere fuori dal deal al tavolo finale
E’ la vostra occasione, avete un ottimo stack al final table e i vostri avversari sono tutto fuorché dei professionisti.
Avete la sensazione che per vincere basti rilanciare e c-bettare, tanto nessuno ha intenzione di giocarsi un centesimo, eppure c’è qualcosa nell’aria che non torna.
Le starting hand non sono tra le migliori e non appena vi capita una mano giocabile i nittoni di un minuto prima si scatenano in raise e re-raise senza però che nessuno venga eliminato.
L’average stack si assottiglia e qualcuno comincia a chiedere con insistenza un deal.
Voi sapere benissimo che sarebbe un suicidio accordarsi in quel momento e provate a sfruttare la situazione a vostro vantaggio provando a mettere un po’ di pressione ICM.
Nel giro di un minuto siete diventati i più antipatici al tavolo, nessuno gioca più contro nessuno e sembra quasi che tutti stiano aspettando la vostra eliminazione, finché arrivano i due cooler che vi segano le gambe.
Esattamente un secondo dopo, la casella delle spunte per il deal raggiunge l’unanimità e nel giro di qualche minuto i finalisti sono tutti d’accordo.
D’accordo per lasciarvi con le briciole dopo aver dominato la scena in lungo e in largo.
That’s poker guys!
Se ti sei perso la settimana ALLUCINANTE di Andrea Boscani ai tavoli MTT online DAI UNO SGUARDO QUI
Se ti piacciono i nostri contenuti iscriviti alla nostra Community su Facebook!
Foto di Wendy Corniquet da Pixabay