Un semplice errore di dealer e il popolo del web si scatena, come è solito fare da buon gregge di pecoroni. Piovono critiche, insulti, allusioni alle qualità della ragazza, tutto per un comunissimo sbaglio che è stato tutto fuorché grave.
I colleghi che hanno postato il video non si sognerebbero mai di criticare la dealer, ma ormai il web è troppo abituato a “indinniarsi” e (frase fatta ma sempre vera) a fare i “leoni da tastiera“, scrivere cose che dal vivo non direbbero mai. Internet è il luogo perfetto per queste cose.
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L’errore a 4 left
Cosa è successo? Semplicemente, in una fase calda del Main Event France Poker Series (4 left), Baqal rischia il torneo con J♥10♠ contro Rouissi con 10♥6♠ su board 7♦7♠K♣A♠. Come avrete notato, per Baqal poche chance di perdere, molte per vincere, ma soprattutto tanti out per splittare: A, K, 10 o 7.
Al river cade una Q♣ e il rail festeggia. Con una coppia e tre overcard sul board, la dealer si confonde e divide il piatto, senza accorgersi che Baqal ha chiuso scala ad incastro runner runner.
L’errore è stato subito notato, la ragazza ha fermato il gioco, chiamato il floorman, sono stati verificate azioni e stack, e dopo una breve pausa si torna in scena.
Nulla di così grave, anzi, un comunissimo errore e gestito alla perfezione. Eppure sui social iniziano i commenti sull’incapacità della dealer che non riesce a notare nemmeno questo. Come se dopo ore passate a dare carte, ogni giorno, centinaia di mani distribuite, la soglia dell’attenzione debba essere sempre al 100% senza margine di errore.
No, gli errori capitano spesso. Sui palchi più piccoli, al circoletto sotto casa, come al Main Event delle WSOP o alle Triton Poker Series. L’importante è – ovviamente oltre al farne meno possibile – sapere come gestirli, sapere come comportarsi per mantenere al massimo la regolarità del gioco.
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Le parole di Luca Vivaldi
Commenti veramente fuori luogo, che hanno toccato addirittura sessismo gratuito e hanno fortunatamente fatto arrabbiare altre persone che si sono erte in difesa della ragazza. Sì, perché anche se siamo lontani chilometri e dietro un monitor, non dobbiamo dimenticarci che dall’altra parte c’è un essere umano con le sue emozioni.
Tra questi è comparso anche Luca Vivaldi, TD e manager delle Triton Poker Series (l’evento di poker più ricco ed esclusivo al mondo), che normalmente si astiene da Facebook e simili, ma questa volta non ha potuto tenere la lingua tra i denti.
Riportiamo per esteso cosa ci ha detto, perché Luca conosce bene Ioana la dealer, conosce le sue qualità e la sua bravura, ed è giusto che si porti un briciolo di giustizia contro il bullismo virtuale.
“Trovo allucinante i commenti sui social, per quello non mi metto mai in mezzo e non li uso quasi per nulla.
La situazione è stata gestita perfettamente e sbagliare a leggere il board puó capitare anche a quei livelli, è umana! La dealer si chiama Ioana, è da anni un punto fermo nel team dell’EPT e ho avuto piacere di averla nel mio team a Triton per un breve periodo a Londra dell’anno scorso. Parla 4 lingue, intelligenza spiccata, customer service impeccabile, molto professionale e preparata per dar carte a questi livelli e da quel poco che traspare anche caratterialmente portata.
I commenti «carriera finita» «dealer EPT bah» o ancor peggio commenti sessisti sono fuori luogo e piena di ignoranza e mi hanno alterato perché i dealer che li leggono si sentono ingiustamente sottovalutati.
Arrivare a poter lavorare EPT o Triton è molto difficile e fortunatamente basato su meritocrazia; le persone non esperte di questo campo purtroppo si soffermano a quanto sia veloce, quanto possa dare il board dritto e altre cose che compongono un 5% delle skill che un dealer a questo livello deve avere e che non si trova (con tutto il rispetto per i meno esperti o alle prime armi) facilmente al bar sotto casa.
Un atleta professionista sbaglia e lo fa in continuazione perchè fa parte del suo lavoro e del suo cammino ma ha dietro una corazza di PR manager e altre figure al giorno d’oggi e non danno peso a questi commenti. Invece questa ragazza si ritrova a dover ‘digerire’ cattiverie gratuite da persone che non sanno nulla di questo mondo e mi rattristisce, mi sentivo in dovere di difenderla per quel poco che posso fare.
Il perché di questi commenti a volte (troppo spesso) è frutto di una gelosia insensata in cui spesso provano ad inserirsi nell’ambiente lavorativo EPT ma non passano i requisiti minimi nemmeno per poter essere testati.”